25/08/09

CALENDULA

Calendula Officinalis L.
Nome italiano: Fiorrancio
Nome ingelese: marigold, ringflower
Nome tedesco: ringelblume
Nome francese suci
Nome spagnolo: galendula
Fam. Asteraceae (ex Compositae)


Habitat
Regione Mediterranea e submontana, nei campi, nei giardini, nei prati nei luoghi ghiaiosi e ruderali.
Molto più conosciuta come pianta ornamentale. Si ritiene che derivi da una calendula dell'Europa Meridionale la Calendula arvensis L.

Identificazione
Pianta erbacea annuale, raramente biennale.
Radice a fittone con numerose radichette laterali.

Fusto variamente ramificato, può raggiungere i 70-100 cm. Tutta la pianta è ricoperta da peli scabri e da ghiandole.

Foglie alterne sul fusto con margine dentato con una ghiandola nera al suo apice. Foglie inferiori di forma spatolata con base ristretta a cuneo e superiori obovate e amplessicauli.

Fiori giallo-arancione, inseriti al termine dei rametti, riuniti in capolini circondati da brattee coperte da peli ghiandolosi; quelli esterni hanno un lunga ligula, quelli interni sono piccoli e tubulari; nelle forme coltivate spesso tutti i fiori sono ligulati.
Fiorisce da maggio a novembre.

Frutti sono degli acheni di forme variabili da semplici ad arcuati ed alati, sono tutti rugosi e muniti di aculei nella parte dorsale.

Storia
Il nome deriva da "calendae" con il quale i romani indicavano il primo giorno di ogni mese e ne indica l'abbondante fioritura in ogni mese dell'anno. La Calendula arvensis L., già utilizzata nel Medioevo venne poi trascusrata per molto tempo.

Raccolta
I fiori e le sommità fiorite si raccolgono preferibilmente in aprile-giugno e in settembre-novembre recidendo i capolini appena sotto la loro inserzione con le unghie. Le sommità fiorite si raccolgono staccando i rametti quando la maggior parte dei capolini è aperta. Le foglie si raccolgono da marzo a novembre staccandole una per una con le mani.
I fiori si usano per uso interno mentre fiori e foglie si usano per uso esterno.

Conservazione
Tutte le parti della pianta si essicano lontano dal sole disponendole in strati sottili e muovendole spesso, si conservano al buio in recipienti di vetro o porcellana.


Costituenti
Saponosidi Triterpeni, Flavonoidi (0.6-1%), caroteni, xantofille, acidi fenolici, un principio amaro, olio essenziale (0.1-0.2%), lattoni sesquiterpenici, polisaccaridi immunostimolanti (mucillagini) e resine.

Proprietà
Uso interno: Antisettico, antinfiammatorio, antispasmodico, coleretico, emmenanagogo.
Uso esterno:
Disinfiammante per contusioni, callifugo e antigeloni, cicatrizzante, decongestionante per pelli arrossate, idratante, lenitivo, sudorifero, vulnerario.

Usi
Curativo, cosmetico.

Modalità d'uso
Infuso, decotto, tintura, polpa.

Fiori freschi
- Una manciata di fiori nell'acqua molto calda del bagno (oppure il decotto) come decongestionante e idratante.
- Polpa dei fiori applicata e tenuta il più possibile sulla pelle o mucosa arrossata e sulle scottature e sulle punture d'insetto con effetto vulnerario.
- cataplasma di foglie fresche lavate accuratamente e scottate per un attimo tuffandole in acqua bollente, quindi scolate e stese su una garza , pestate per farne uscire il succo e stese sul callo, sulla verruca o sulla ferita per farla cicatrizzare. Rinnovare il cataplasma una volta al giorno.

Infuso
Lasciare in infusione per 5 minuti, in 100 ml di acqua bollente 1 g; colare e bere, Una tazza al giorno come emmenagogo per favorire le regole mensili e attenuare i dolori addominali.

Decotto
Cuocere per 15 minuti in 100 ml di acqua, 6 g.
- Per sciacqui boccali, applicare compresse per 30 minuti sulle parti interessate
- Come lenitivo per le mani screpolate, immergere le mani nel decotto per 10'.

T.M. (Tintura madre)
Preparazione: Si raccolgono i capolini in giugno-luglio, si frantumano ed immergono nella proporzione di 20 g su 100 ml in una soluzione idroalcoolica di grado opportuno ad ottenere una gradazione finale di 60°; si fa macerare per tre settimane, quindi si spreme e si filtra.

Indicazioni
Uso interno:
- Come emmenagogo nelle amenorree, nelle dismenorree e nelle irregolarità mestruali.
- Come colecistocinetico nelle patologie epatiche e delle vie biliari.
Prescrizione: 30-40gtt, 2-3 volte al dì, in un po' d'acqua.
Uso esterno:
- Come riepitelizzante nelle ferite, contusioni, piaghe, ustioni, ulcerazioni quando si rischia l'infezione batterica.
- Come antinfiammatorio, vulnerario e antiflogistico per l'apparato genitale (con azione batteriostatica nei confronti di Candida albicans, Trichomonas, Stafhylococcus aureus)
- Come antinfiammatorio per la cute, nelle dermatosi eritematose nell'eritema gluteo, nell'acne, nella rosacea e negli eritemi da agenti fisico-chimici. Applicare compresse imbevute sulle parti interessate dopo aver diluito 10 volte con acqua o crema.
- Nell'ipercheratosi del palmo della mano e plantare e nelle callosità plantari dolorose.

Oleoliti
come vulneraria nelle infiammazioni ed arrossamenti della pelle.

Olio essenziale
di difficile ottenimento, usato in modestissime quantità in profumi con tonalità agresti.

Bibliografia
- Boni e Patri, Scoprire riconoscere usare le erbe, Fabbri Editori, 1985
- Brigo Bruno, Fitoterapia e gemmoterapia nella pratica clinica, La Grafica Briantea, terza edizione, 1988
- Rossi Massimo, Tinture Madri in fitoterapia, Studio Edizioni Prima Edizione, 1992
- Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione dal Reader's Digest
- Bianchini - Corbetta - Pistoia, Le piante della salute, Oscar Illustrati Mondadori
- Chiej Roberto, Piante medicinali, Arnoldo Mondadori Editore, 1983
- Cecchini Tina, Enciclopedia delle erbe e delle Piante medicinali, De Vecchi Editore, 1973

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