22/11/10

TARASSACO

Taraxacum officinale Weber
Famiglia: Asteraceae ex Compositae

nomi comuni: Dente di Leone, Piscialetto, Cicoria selvatica, Cicoria matta, Soffione, Ingrassaporci, bambagia.

Nomi stranieri:
Inglese: Dandeloin, Lion's Tooth, Taraxacum, Blowball
Habitat:
Diffuso in tutt'Italia, dalla pianura alla zona alpina fino a 3.000 metri, spontanea in prati, pascoli, ai margini delle strade e nei luoghi incolti.

Identificazione
Pianta erabacea perenne: dal portamento eretto alta da 5 a 50 cm,
Fusti aerei: partono dalla rosetta basale di foglie, cavi e lattiginosi con all'apice un capolino circondato da più serie di brattee.

Radice
Radice a fittone grossa 5-20 mm, lunga 20-25 cm, cilindrica, spesso divisa in 2-3 grosse ramificazioni, nella parte superiore mostra numerose cicatrici semicircolari che ricordano il luogo di inserzione delle foglie degli anni precedenti, bruno-nerastra poco ramificata, biancastra al taglio, latice bianco.

Foglie
A rosetta basale, lanceolate, lunghe 10-30 cm, folte, glabre, lunghe, variamente incise o roncinate.

Fiori
Capolini solitari all'estremità di scapi eretti di colore giallo vivo o aranciati, ligulati, a forma di grande capolino su un lungo peduncolo radicale, liscio e cavo, involucro su 2 ranghi, quello inferiore a calicetto.
Fioritura da marzo a novembre.

Frutti
Achenio grigio-blu, ovoidale, un poco spinoso alla sommità, munito di un pappo che gli conferisce il tipico aspetto di palla piumosa.
Odore: erbaceo.

Sapore: amaro.

Storia
Nel XV secolo Boeck ne esalta il suo potere diuretico e nel XVI secolo in Germania un farmacista tedesco (Tabernaemontanus) le conferisce virtù vulnerarie. Nel XX secolo ne vengono riconosciute le proprietà. La fitoterapia odierna ha valorizzato le proprietà di questa pianta al punto di coniare il termine di tarassacoterapia.



Droga
Foglie, radice, succo.

Raccolta e Conservazione
La radice si raccoglie in autunno (da settembre a ottobre) o in febbraio prima che la pianta riprenda lo stadio vegetativo. Tagliare la radice per il lungo oppure a dischi, essiccare all'aria o in forno.
Si conserva in sacchetti di tela o di carta.

Costituenti
Un alcaloide (taraxina), un principio amaro (taraxicina), sali minerali, carotenoidi, fitosteroli, colina,  olio essenziale, inulina, tannini, glucidi, flavonoidi, enzimi, aminoacidi, glicerina, sali minerali, provitamina A, vitamine B e C.

Proprietà

amaro, eupeptico
aperitivo,
depurativo,
diuretico,
lassativo,
stomachico,
colagogo-coleretico,
ipocolesterolemizzante,
tonico,
antinfiammatorio,
antinfettivo.

Modalità d'uso

Infuso al 3%
Una o due tazzine al dì.

Decotto al 5-10%
Mettere 5-15 g in 100 ml di acqua. Bollire 5 minuti e lasciare in infusione 15 minuti. Bere una tazza pro dose 2/3 volte al dì prima dei pasti.

Tintura al 20%
Mettere 20 g in 100 ml di alcool a 75°. Macerare 21 giorni, spremere e filtrare. Bere 20-40 gocce, 2-4 volte al dì prima dei pasti.

Tintura vinosa 10%
Macerare 10 g in 100 ml di vino rosso. Bere un bicchierino 3 volte ai dì ai pasti.

Succo di pianta fresca
Come digestivo, diuretico, depurativo, bere 2 o 3 cucchiai da tavola al dì.

Alimentazione
Si usano le foglie in insalata.
Le radici vengono tostate e usate come surrogato del caffè.

Uso esterno
La linfa cura le verruche, i  porri e i calli.
Cataplasmi di foglie e fiori tritati contro ulcere e malattie della pelle.
Mani e pediluvi in caso di artritismo e ronzio alle orecchie: una manciata di pianta intera fresca per litro d'acqua

Indicazioni

- dispepsia,
- atonia gastrica e intestinale,
- astenia,
- anoressia,
- aerofagia,
- meteorismo,
- cefalea post-prandiale
- cellulite,
- obesità,
- diabete,
- ipercolesterolemia,
- insufficienza epatica,
- gotta,
- epatopatie,
- colecistopatie,
- itterizia,
- litiasi biliare,
- stipsi,
- artritismo,
- reumatismi,
- connettiviti
- stipsi,
- emorroidi,
- acne, foruncoli
- dermatosi associati a dismetabolia,
- eczemi,
- porri, calli e verruche.

Controindicazioni
La droga fresca può provocare serie irritazioni intestinali in soggetti debilitati o con infiammazione del tubo gastroenterico. Occlusione delle vie biliari, in caso di calcoli biliari utilizzare solo su indicazione medica.

Bibliografia


- Brigo Bruno, Fitoterapia e gemmoterapia nella pratica clinica, La Grafica Briantea, terza edizione, 1988
- Proserpio Gianni, Codex vegetabilis, Studio Edizioni 
- Erbe e fiori, Fabbri Editori
- Hoffman David, Erbario olistico, Xenia edizioni
- Lodi Giuseppe, Piante Officinali italiane; Edagricole
- Mearelli Fausto, Scrignani Marcello, Guida all'impiego terapeutico delle Tinture Madri Gemmoderivati e Oligoelementi, Edizioni Planta Medica
- Messeguè, Il mio erbario, Mondadori editore
- Palma Luigi, Fitoterapia essenziale
- Pedretti Marzio, L’erborista Moderno; Erboristeria Domani Libri
- Rossi Massimo, Tinture Madri in fitoterapia, Studio Edizioni Prima Edizione, 1992
- Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione dal Reader's Digest

GOMME e MUCILLAGINI

Gomme

Sono miscele di polisaccaridi eterogenei formanti sospensioni colloidali, viscose e adesive se poste in acqua calda.
Si tratta di essudati di organi vegetali da cui scolano naturalmente oppure in seguito a incisioni fatte ai tessuti.
Hanno azione emolliente-protettiva nelle irritazioni delle mucose gastro-intestinali, sono lassativi meccanici, vengono utilizzate per emulsionare farmaci (pillole, compresse, pastiglie).
Sono prodotte da alcune Fabaceae o Papilionaceae (Acacia senegal, Astragalo gummifer).

Mucillagini

Sono miscele di polisaccaridi eterogenei formanti soluzioni colloidali viscose ma non adesive, se poste in acqua.
Hanno proprietà antiinfiammatoria, sedativa della tosse causata da irritazione delle mucose delle vie respiratorie, emollienti protettive sulle mucose del tratto gastro-enterico, dell'apparato digerente; lassativa meccanica, vulneraria, antiulcera, emostatica.
Presenti nelle Malvaceae (malva), Linaceae (lino), Plantaginaceae (piantagine), Laminariaceae (laminaria), Gigartinaceae, Parmeliacea (lichene islandico).

17/11/10

FOGLIA

La foglia è un organo fondamentale delle piante, generalmente a forma di lamina e di colore verde.
La gemma è l'origine di un germoglio; è costituita da un fusto dotato di foglie allo stato embrionale che può essere o no protetto da scaglie.
La gemma terminale è situata alla sommità del fusto, il germoglio o l'infioresenza, che si produrrà a primavera, allungherà il fusto.
La gemma ascellare è collocata sull'angolo superiore del picciolo, dove si unisce al fusto, ovvero all'ascella della foglia e a primavera costituirà il ramo fogliare ascellare o si trasformerà in embrione di bocciolo fiorale o di infiorescena.

FUNZIONI DELLA FOGLIA

  1. Assorbire l'acqua,
  2. assorbire anidride carbonica CO2
  3. emettere ossigeno O2
  4. eliminare l'eccesso d'acqua con la traspirazione
  5. formare le sostanze nutritive (captando mediante i pigmenti verdi della clorofilla le radiazioni rosse dello spettro solare e accumulando l'energia per la sintesi degli idrati di carbonio, delle proteine e dei lipidi. I principi attivi sono sovente fabbricati dalla foglia. Le altre parti verdi della pianta (giovani fusti, guaine, stipole, brattee, partecipano a queste funzioni in misura minore).


STRUTTURA DELLA FOGLIA
Nella foglia si distinguono:
  1. guaina
  2. picciolo
  3. stipole
  4. nervature
  5. vasi e tubi cribrosi
  6. lembo
  7. lamina

se la lamina è assente FILLODIO
se la foglia è senza picciolo FOGLIA SESSILE
se la foglia è senza lamina e picciolo SQUAMA
SEZIONE DI UNA LAMINA FOGLIARE, DORSO VENTRALE (DICOTILEDONI)
  1. epidermide della faccia inferiore
  2. stomi
  3. mesofillo:
    1. tessuto lacunoso
    2. cellule collettrici
  4. tessuto a palizzata
  5. epidermide
  6. peli




SEZIONE DI UNA FOGLIA ISOLATERALE, CON DUE FACCE UGUALI (MONOCOTILEDONI)
  1. epidermide superiore
  2. tessuto a palizzata
  3. tessuto lacunoso
  4. epidermide inferiore




  
ELEMENTI PER IL RICONOSCIMENTO DI UNA FOGLIA
in base alla:
    1. disposizione delle foglie sul ramo (fillotassi)
      1. una sola foglia al nodo
      2. due o più foglie al nodo (verticillo)
      3. foglie opposte o decussate
      4. trimeri
      5. tetrameri
      6. distiche
      7. tristiche
      8. spirale generatrice


    2. presenza e forma delle stipole
      1. stipole membranacee
      2. stipole scariose
      3. stipole fogliacee
      4. stipole spinescenti
      5. ocrea (fascianti)
      6. foglie sostituite dalle stipole ridotte a semplici viticci





    3. presenza e forma del picciolo
      1. cilindrico
      2. depresso
      3. picciolo alato
      4. picciolo a fasci riuniti (sezione)
      5. picciolo a fasci separati (sezione)
      6. picciolo a fascio unico (sezione)
      7. guaina piccola o grande









    4. forma e consistenza della lamina
    1. reniforme
    2. peltata
    3. flessibile
    4. coriacea
    5. liscia
    6. bollosa
    7. ondulata
    8. orbicolare
    9. obovata
    10. ellittica
    11. oblunga
    12. lanceolata
    13. spatolata
    14. ensiforme
    15. lineare
    16. capillare
    17. aghiforme
    18. acuta
    19. acuminata
    20. ottusa
    21. smarginata
    22. tronca
    23. cuncata
    24. cordata
    25. astata
    26. sagittata


    5. nervatura
      1. parallelinervia (monocotiledoni)
      2. retinervia (dicotiledoni)
      3. penninervia
      4. palminervia






    6. margine e suddivisione della foglia
      1. intero
      2. dentato
      3. seghettato
      4. crenato
      5. doppiamente crenato o seghettato
      6. inciso
      7. lobato
      8. roncinata








    7. presenza di peli e di papille sulla foglia

      1. glabra
      2. pubescente
      3. papillosa (vellutata)
      4. tomentosa
      5. sericea
      6. lanosa
      7. irsuta
      8. ispida
      9. ghiandolosa
      10. spinosa










    8. foglie profondamente incise
      1. pennatofida
      2. palmatopartita

    9. foglie che hanno l'incisione fino alla nervatura centrale
      1. pennatosetta 
      2. palmatosetta

    10. foglie composte
      1. paripennata
      2. imparipennata
      3. bipennata 



     

    ETEROSIDI o GLICOSIDI

    Sono sostanze derivate dalla combinazione del gruppo riducente di uno zucchero (detto glicoside) ed il gruppo funzionale di una molecola zuccherina (detta aglicone o genina) che formano glicoside per eliminazione di una molecola di acqua .

                                             ETEROSIDE = GLICONE + AGLICONE

    Gli eterosidi sono generalmente solubili in alcool a 70-80° mentre il loro grado di solubilità in acqua è molto vario, sono sempre insolubili nell'etere anidro, nell'etere di petrolio e nel benzene.

    Si  dividono in:

    ETEROSIDI SALICILICI
    Hanno azione antipiretica, antiinfiammatoria, antireumatica, diuretica e sudorifera.
    Sono diffusi nelle Salicaceae (Salice bianco , Ericaceae, Betulaceae (Betulla bianca), Rosaceae (Olmaria).

    ETEROSIDI IDROCHINONICI
    Hanno azione antisettica del tratto uro-genitale.
    Sono diffusi nelle Ericaceae (Uva Orsina, Mirtillo rosso e Mirtillo nero, Corbezzolo), sono presenti nel  rosmarino selvatico.

    ETEROSIDI CARDIOTONICI
    Influenzano l'attività cardiaca.
    Sono diffusi nelle Scrofulariaceae (Digitale), Ranuncolaceae (Elleboro), Liliaceae (Convallaria), Apocinaceae, Celastraceae.

    SAPONOSIDI o SAPONINE
    Sono dotati di forte azione tensioattiva, consentono la solubilizzazione, almeno parziale di grassi in acqua. Dotati di potere emolitico.
    Diffusi tra le Cariofillaceae (Saponaria), Ippocastanaceae (Ippocastano), Araliaceae (Edera), Poligonaceae (Poligala), Violaceae (Viola), Scrofulariaceae (Tasso Barbasso), Papilionaceae (Liquirizia).
    In generale tutti i saponosidi sono solubili in alcool a 80° che rappresenta il solvente preferenziale per la loro estrazione. Le saponine triterpeniche sono generalmente solubili in acqua.

    ETEROSIDI CIANOGENETICI
    Sono sedativi del centro bulbare respiratorio, antigastralgico, antispasmodico, antiemetico e per uso esterno nelle forme pruriginose della cute. L'azione viene esercitata con liberazione di acido cianidrico, altamente tossico ed in grado di inibire l'attività enzimatica dei citocromi della catena respiratoria mitocondriale.
    Sono diffusi nelle Rosaceae (Lauroceraso, Mandorlo amaro, semi di albicocco, pesco e ciliegio), Linaceae (Semi di lino), Passifloraceae, Caprifogliaceae (Sambuco).

    ETEROSIDI CUMARINICI o CUMARINE
    Hanno azione molto variabile a seconda del tipo, alcune aumentano la resistenza e diminuiscono la permeabilità dei capillari sanguigni, altre (furocumarine) sono fotosensibilizzanti e sono vasodilatatorie.
    Sono diffuse tra le Apiaceae (Pastinaca, Amni visnaga) e le Poaceae Papilionaceae (Meliloto),  Rubiaceae (Asperula).

    ETEROSIDI ANTRACHINONICI
    Hanno azione lassativa o purgante a seconda della quantità che ne viene assunta, sono irritanti della mucosa intestinale.
    Sono presenti nelle Aloaceae (Aloe), Ramnaceae (Frangola, Spincervino, Cascara sagrada), Poligonaceae (Rabarbaro cinese e Rabarbaro alpino).

    ETEROSIDI FLAVONOIDICI
    Hanno azione antispasmodica, diuretica, aumentano la resistenza dei capillari sanguigni.
    Si trovano nelle Rutaceae (Limone, Ruta), Rosaceae (Biancospino), Mirtaceae (Eucalipto), Equisetaceae (Equiseto), Poligonaceae.

    ETEROSIDI ANTOCIANICI
    Aumentano la velocità di rigenerazione del pigmento fotosensibile della retina, diminuiscono la permeabilità delle pareti dei microvasi particolarmente funzionali nelle angiopatie dei diabetici.
    Si trovano quasi ovunque ed in particolare ne sono ricchi il Mirtillo nero, il Mirtillo rosso, il Karcadè, la Malva, il Lampone, l'epicarpo del frutto della melanzana, la buccia delle mele, pere, ciliege, bietola rossa

    ETEROSIDI IRIDOIDI
    Hanno azione antiinfiammatoria e analgesica.
    Sono presenti nelle Verbenaceae, Menyantaceae, Hamamelidaceae, Ericaceae, Scrophulariaceae (Tasso barbasso), Grossulariaceae, Pyrolaceae, Plantaginaceae (Piantaggine), Lamiaceae, Pedaliaceae (Artiglio del diavolo).


    ETEROSIDI SOLFORATI
    Hanno azione stomachica, diuretica, espettoranti, antibiotici.
    Sono diffusi tra le Brassicaceae (Senape bianca, Senape nera, Ravanello, Rafano nero, Crescione, coclearia), Tropeolaceae (Nasturzio o Cappucina)

    Vorrei essere un fiore

    Vorrei essere un fiore,
    per distendere i miei petali al sole e assaporare il suo calore.

    Vorrei essere un fiore,
    per sentire le gocce di rugiada del mattino scivolare sui miei petali.

    Vorrei essere un fiore,
    per chiudermi nell'intimità della sera in attesa del nuovo giorno.

    Vorrei essere un fiore,
    per sentire il peso leggero di una farfalla che aspira il mio nettare.

    Vorrei essere un fiore,
    per essere accarezzato dal pelo di un gatto di passaggio.

    Vorrei essere un fiore,
    per lasciare nell'aria un profumo leggero ma intenso.

    Vorrei essere un fiore,
    per rallegrare la vista coi miei colori.

    Vorrei essere un fiore,
    nel vaso di un balcone o nel giardino di una casa per sentire l'affetto di chi si prende cura di me.

    Ho passato il tempo a chiedermi perché sono venuta al mondo
    dimenticandomi che il mondo era attorno a me e mi chiedeva di esistere,
    semplicemente esistere,
    proprio come un fiore.

    E.L.R.

    16/05/10

    Tisane diuretiche, tisana per la cistite

    Far bollire per 5 minuti senza coperchio 10 g. della seguente miscela in 300 cc d'acqua a fuoco lento, lasciar raffreddare e filtrare. Bere 4 bicchieri al giorno lontano dai pasti.

    Tisane coadiuvanti delle diete dimagranti

    Far bollire per 5 minuti senza coperchio 20 g. della seguente miscela in 500 cc d'acqua, lasciare in infusione 20 minuti, filtrare, lasciar raffreddare e bere tutto il decotto durante il giorno in più riprese, lontano dai pasti.

    ACHILLEA

    Achillea Millefolium L
    Famiglia: Asteraceae ex Compositae
    nomi comuni: Achillea millefoglie, Millefoglio, Erba del Marchese, Erba del soldato, Erba delle ferite, Stagnasangue

    Nomi stranieri:
    Francese: Millefeuille
    Tedesco: Schakgare
    Inglese: Yarrow Milfoil

    Habitat
    Dalla pianura alla montagna, nei prati da fieno, incolti, fossi, siepi, strade e cigli in terreni ricchi di azoto, soleggiati, luminosi e poco umidi. Diffusa in Europa, Asia, America settentrionale, Australia e Nuova Zelanda. In  Italia soprattutto Settentrionale.

    Identificazione
    Pianta erabacea perenne: spontanea dal portamento eretto alta da 15 a 50 cm.

    Fusti aerei: eretti, semplici, annuali, solcati longitudinalmente, lanuginosi, ramificati alla sommità.
    Sezione del fusto triangolare o cilindrica.

    Fusto sotterraneo: orizzontale con radichette marroni.

    Radice: Rizoma ramificato, strisciante dal quale frequentemente si dipartono oltre ai fusti aerei anche stoloni sotterranei.

    Foglie: Due-tre volte pennatosette a lacinie lineari, strettissime o larghe 1mm o più, fitte (da qui il nome millefoglie)
    Lunghezza: da 1-2 cm a 20-30 cm
    Larghezza: 2-5 cm
    Disposizione sui fusti: alterne e sessili
    Aspetto: tomentoso
    Consistenza: molliccia

    Fiori:
    Riuniti in infiorescenze a corimbi composti, appiattiti e ravvicinati, diametro: 8-10 cm.
    Fino a 100 capolini.
    Fiori esterni: ligulati, corolla bianco-giallognola, oppure rosa violacea (soprattutto nelle regioni montuose).
    In numero da 3 a 7 (solitamente 5).
    Lunghi circa la metà dell'involucro.
    Involucro: di forma quasi quadrata con 3 denti smussati all'apice.
    Fiori interni: tubulosi giallo-bianchi e con corolla a 5 lobi.
    Ricettacolo: coperto da pagliette verdi lunghe come le brattee dell'involucro.
    Fioritura da maggio a ottobre.

    Peli: In genere scarsi, ma abbondanti in certe varietà.

    Odore: Aromatico,  caratteristico più intenso e gradevole nelle piante di montagna che sono anche più alte e con corimbi più larghi.

    Sapore: Amaro, aromatico

    Frutti: Diachenio cuneiforme.


    31/01/10

    ASTERACEAE ex Compositae

    La famiglia delle Asteraceae appartiene all'ordine delle Asterales.

    Le asteraceae comprendono oltre 1000 generi e più di 15.000 specie, sono per lo più erbe, poche e tropicali sono alberi o arbusti. Il materiale di riserva non è quasi mai l'amido bensì l'inulina (nei tuberi, radici carnose) o olio (nei semi).

    ALCALOIDI

    Sono composti organici azotati, appartenenti a gruppi chimici eterogenei ma con le seguenti caratteristiche comuni:
    • sono di origine vegetale,
    • contengono un atomo di Azoto N nell'anello eterociclico,
    • presentano reazione alcalina,
    • inducono importanti azioni biologiche nell'organismo umano ed animale anche a dosi molto piccole.

    30/01/10

    Glossario delle Indicazioni

    Glossario delle indicazioni riportate nelle monografie degli alberi, arbusti e erbe.

    AFRODISIACI: piante che hanno la facoltà di accrescere il desiderio sessuale.

    ALCALINIZZANTI: piante che hanno la capacità di modificare la concentrazione acida del sangue verso una condizione più alcalina (in condizioni fisiologiche il sangue ha un pH = 7.30-7.40 leggermente alcalino.

    AMARI: piante che stimolano la secrezione cloro peptica, eccitando l’appetito e la digestione.

    ANTIFLOGISTICI: piante che hanno la facoltà di impedire o limitare l'infiammazione.

    ANAFRODISIACI: piante che calmano il desiderio sessuale.

    ANALGESICI : piante che contengono principi attivi che attenuano o aboliscono il dolore.

    REGOLAMENTAZIONE DEL SETTORE ERBORISTICO

    Leggi che regolano il settore
    • T.U. delle leggi sanitarie approvato con R.D. 27 luglio 1934, n° 1265 (e relativi regolamenti), 
    • Legge 6 gennaio 1931, n. 99
    • Legge approvata dalla Camera dei Deputati nella seduta n° 633 di giovedì 2 dicembre 1999
    • Circolare "Aniasi" n. 1 del 8 gennaio 1981, Ministero della Sanità, Direzione Generale del Servizio FarmaceuticoCircolare del 8 gennaio 1981 n° 1
    Art. 3 (Tabelle) della Legge approvata dalla Camera dei Deputati nella seduta n° 633 di giovedì 2 dicembre1999 dice

    1. Le piante, le loro parti, i loro derivati, le droghe e gli altri prodotti naturali da cui ottenere i prodotti erboristici sono classificati, secondo i criteri stabiliti dai commi 2 e 3, nelle tabelle A e 8, allegate alla presente legge. Le tabelle possono essere modificate con decreto del Ministro della sanità, sentita la Commissione di cui all'articolo 16.

    2. La tabella A elenca le piante, le loro parti, i loro derivati, droghe, altri prodotti naturali a esclusiva utilizzazione farmacologica e terapeutica la cui vendita al dettaglio è riservata al farmacista in farmacia.

    3. La tabella B elenca le piante, le loro parti, i loro derivati, le droghe e gli altri prodotti naturali utilizzabili come tali o come materie prime per i prodotti erboristici. La vendita al dettaglio dei prodotti indicati dalla tabella B è riservata al farmacista o all'erborista.

    28/01/10

    Tisana depurativa

    Far bollire per 5 minuti senza coperchio un cucchiaio da tavola della seguente miscela in una tazza da 250 cc d'acqua, lasciare in infusione 15 minuti, filtrare e bere una tazza al mattino e una tazza la sera.

    25/01/10

    Tisane per dolori reumatici

    Far bollire per 5 minuti senza coperchio un cucchiaio da tavola della seguente miscela in una tazza da 250 cc d'acqua, lasciare in infusione 10 minuti, filtrare, dolcificare con miele e bere 1-2 tazze pomeriggio e sera.

    ROSA CANINA

    Rosa canina L.
    Rosa selvatica o Rosa di macchia
    Fam. Rosaceae

    Habitat
    Originaria dell'Europa, dell'Asia anteriore e centrale e del Nordafrica; diffusasi nell'America nordorientale.
    E' la rosa più comune delle rose selvatiche presenti in Italia è una pianta estremamente adattabile.
    Vive nei prati aridi e incolti, sui pendii rocciosi esposti a sud, nelle pietraie, lungo le siepi ai margini dei boschi di olmi, querce, frassini, dal mare alla zona sub-alpina di tutta Italia fino a 1500 m.
    Predilige le colline e le basse montagne con terreni secchi e caldi a composizione calcarea e con buona esposizione alla luce, si associa a Biancospino, Crespino, Ligustro, Nocciolo, Prugnolo, Rovo, Lampone ed altre specie di Rose.
    Note: nei giardini e nei parchi è impiegata come portainnesto alle rose grandi e doppie per la sua resistenza

    Identificazione
    Arbusto: spontaneo, cespuglioso alto fino a 3-5 m dal portamento eretto nella parte inferiore, i rami superiori sono ricadenti.

    Rami: provvisti di spine robuste, rosse uncinate e adunche con base larga e schiacciata.

    Corteccia: verde da giovane diventa bruno-grigiastra lignificando.
    Radici: profonde con polloni radicali.

    Foglie: alterne, caduche, composte da 5-7 foglioline imparipennate di forma ovale-elittica , margine seghettato, base arrotondata ed apice acuneato, lunghe 1,5-4 cm, con picciolo alla cui base sono saldate due stipole alate aderenti al picciolo quasi per tutta la sua lunghezza.

    Fiori: ermafroditi, picciolati, solitari o in corimbi all'apice dei rametti brevi, grandi 4-7 cm, profumati, simmetrici con cinque petali separati di color rosa pallido sui lobi e più bianchi al centro, di forma obovato-cuoriforme, bilobi, smarginati e con base cuneiforme, con numerosi stami gialli appariscenti. Fiorisce da fine maggio ai primi di agosto.

    Frutti: cinorridi , bacche di forma ovoidale, colore rosso vivo, costituiti dal ricettacolo florale diventato carnoso (falsi frutti), al loro interno contengono i veri frutti: acheni ovali giallastri, con superficie ricoperta di peli rigidi e pungenti. La polpa dei cinorrodi è edule, il loro sapore acidulo-astringente. I frutti maturano nel tardo autunno e le bacche persistono fino all'inizio dell'inverno.

    Storia
    Deve il suo nome ai greci che pensavano fosse capace di curare l'idrofobia.

    RIBES NERO


    Ribes Nigrum L.
    Fam. Saxifragacee

    Habitat

    Spontaneo nell'Europa settentrionale e centro-orientale in Italia vive nella zona montana e Alpina tra i 500 e i 1500 metri; nei boschi freschi dei fondovalle al margine dei fiumi, in siepi. Predilige terreni argilloso-calcarei o argilloso-silicei.
    Coltivazione: (per i suoi frutti) in giardini e orti con esposizione a Nord , in terreno fresco e ricco di humus, negli angoli meno assolati. Le piante devono essere distanti fra loro almeno 2 metri. Nella stagione calda annaffiare abbondantemente. Potare dopo la raccolta dei frutti per favorinre la crescita di rami nuovi prima dell'autunno. Fertilizzare a fine inverno con letame.

    Identificazione

    Piccolo arbusto cespuglioso alto 1-2 metri, deciduo con fusti eretti, molto ramificati, .

    Rami giovani con la corteccia giallastra, liscia,  rami vecchi con corteccia bruno-rossastra rugosa.

    Foglie alterne con picciolo lungo, palmato-lobate (3-5 lobi), con margine grossolanamente dentato, glabre sulla pagina superiore e lievemente pubescenti sulla pagina inferiore provvista di numerose ghiandole sessili giallastre che le conferiscono il caratteristico odore. I germogli, glabri sono anchessi disseminati da ghiandole aromatiche che emanano un odore intenso.

    Fiori piccoli, riuniti in racemi arcuato-pendenti di 5-10 fiori, rossastri (5 petali), peduncoli e fiori tomentosi, ricetaccolo anch'esso peloso campanulatocon 5 sepali verdi, triangolari-acuti e ricurvi all'indietrosono ermafroditi . Fiorisce in aprile-maggio.

    Frutto: bacca globosa nera con polpa verdastra conbtenente numerosi piccoli semi, aromaticadal sapore acidulo. Al suo apice rimangono i resti del calice.


    18/01/10

    Principi attivi delle piante medicinali

    Droghe (termine che, attualmente, viene usato per definire le sostanze stupefacenti o psicotrope) sono le piante officinali e più esattamente alcune parti di esse, più ricche in principi attivi, raccolte e conservate in modo corretto.

    I principi attivi sono dei “costituenti secondari” cioè dei prodotti insoliti delle piante di cui spesso non è chiaro il ruolo all’interno della pianta e che sono abbondanti soltanto in alcune specie e si accumulano solo in alcuni organi della pianta. I costituenti primari delle piante sono invece quelli indispensabili per la loro crescita (zuccheri, proteine, sali minerali, oligoelementi).

    I principi attivi devono la loro azione curativa ad un gruppo di sostanze, caratterizzabili chimicamente, che vengono prodotte dalle cellule della pianta nel corso del loro normale metabolismo:

    • Mucillagini,
    • Gomme, gommoresine
    • Resine, Oleoresine (o Balsami)
    • Principi amari
    • Glucosidi (cardiotonici, antrachinonici, solforati, flavonici, cianogenetici, ad arbutina e metilarbutina, della serie salicilica)
    • Tannini
    • Saponine
    • Alcaloidi
    • Olii essenziali
    • Vitamine
    • Acidi organici

    13/01/10

    TISANE, cosa sono e come si preparano

    Le tisane sono delle preparazioni acquose ottenute a partire da una miscela di più piante medicinali.

    Cosa si deve mettere in una tisana:
    • due o tre droghe che costituiscono i rimedi di base e che contengono i principi attivi specifici per il trattamento della affezione che si intende alleviare;
    • una droga che contiene sostanze medicamentose capaci di rinforzare, per sinergia, l’azione farmacodinamica del rimedio di base;
    • una o più droghe (come Menta, Anice, Liquirizia) che servono a migliorare il sapore e l’odore della miscela.
    • 5-8 piante medicinali in parti più o meno uguali.
    Le tisane si preparano per infusione o per decozione a seconda della consistenza della droga (foglie, fiori, radici o semi). Per questo è necessario che la tisana sia composta da droghe di tessitura omogenea.

    Il rapporto droga/solvente (acqua) varia dal 3 al 5%. Se ne beve una tazza, 2-3 volte al giorno.

    Le tisane possono essere conservate solo per brevi periodi perché costituiscono un ottimo terreno di coltura per muffe e batteri.

    Le tisane possono presentare variazioni nella concentrazione dei principi attivi sia per la variabilità della qualità della droga impiegata che per una scorretta preparazione della stessa.

    Bibliografia
    Marzio Pedretti, Chimica e farmacologia delle piante medicinali, Edagricole

    Marzio Pedretti, L'Erborista moderno, Erboristeria domani libri
    I. Testoni, G. Vincenzi Fare le tisane, La casa verde