31/01/10

ASTERACEAE ex Compositae

La famiglia delle Asteraceae appartiene all'ordine delle Asterales.

Le asteraceae comprendono oltre 1000 generi e più di 15.000 specie, sono per lo più erbe, poche e tropicali sono alberi o arbusti. Il materiale di riserva non è quasi mai l'amido bensì l'inulina (nei tuberi, radici carnose) o olio (nei semi).

ALCALOIDI

Sono composti organici azotati, appartenenti a gruppi chimici eterogenei ma con le seguenti caratteristiche comuni:
  • sono di origine vegetale,
  • contengono un atomo di Azoto N nell'anello eterociclico,
  • presentano reazione alcalina,
  • inducono importanti azioni biologiche nell'organismo umano ed animale anche a dosi molto piccole.

30/01/10

Glossario delle Indicazioni

Glossario delle indicazioni riportate nelle monografie degli alberi, arbusti e erbe.

AFRODISIACI: piante che hanno la facoltà di accrescere il desiderio sessuale.

ALCALINIZZANTI: piante che hanno la capacità di modificare la concentrazione acida del sangue verso una condizione più alcalina (in condizioni fisiologiche il sangue ha un pH = 7.30-7.40 leggermente alcalino.

AMARI: piante che stimolano la secrezione cloro peptica, eccitando l’appetito e la digestione.

ANTIFLOGISTICI: piante che hanno la facoltà di impedire o limitare l'infiammazione.

ANAFRODISIACI: piante che calmano il desiderio sessuale.

ANALGESICI : piante che contengono principi attivi che attenuano o aboliscono il dolore.

REGOLAMENTAZIONE DEL SETTORE ERBORISTICO

Leggi che regolano il settore
  • T.U. delle leggi sanitarie approvato con R.D. 27 luglio 1934, n° 1265 (e relativi regolamenti), 
  • Legge 6 gennaio 1931, n. 99
  • Legge approvata dalla Camera dei Deputati nella seduta n° 633 di giovedì 2 dicembre 1999
  • Circolare "Aniasi" n. 1 del 8 gennaio 1981, Ministero della Sanità, Direzione Generale del Servizio FarmaceuticoCircolare del 8 gennaio 1981 n° 1
Art. 3 (Tabelle) della Legge approvata dalla Camera dei Deputati nella seduta n° 633 di giovedì 2 dicembre1999 dice

1. Le piante, le loro parti, i loro derivati, le droghe e gli altri prodotti naturali da cui ottenere i prodotti erboristici sono classificati, secondo i criteri stabiliti dai commi 2 e 3, nelle tabelle A e 8, allegate alla presente legge. Le tabelle possono essere modificate con decreto del Ministro della sanità, sentita la Commissione di cui all'articolo 16.

2. La tabella A elenca le piante, le loro parti, i loro derivati, droghe, altri prodotti naturali a esclusiva utilizzazione farmacologica e terapeutica la cui vendita al dettaglio è riservata al farmacista in farmacia.

3. La tabella B elenca le piante, le loro parti, i loro derivati, le droghe e gli altri prodotti naturali utilizzabili come tali o come materie prime per i prodotti erboristici. La vendita al dettaglio dei prodotti indicati dalla tabella B è riservata al farmacista o all'erborista.

28/01/10

Tisana depurativa

Far bollire per 5 minuti senza coperchio un cucchiaio da tavola della seguente miscela in una tazza da 250 cc d'acqua, lasciare in infusione 15 minuti, filtrare e bere una tazza al mattino e una tazza la sera.

25/01/10

Tisane per dolori reumatici

Far bollire per 5 minuti senza coperchio un cucchiaio da tavola della seguente miscela in una tazza da 250 cc d'acqua, lasciare in infusione 10 minuti, filtrare, dolcificare con miele e bere 1-2 tazze pomeriggio e sera.

ROSA CANINA

Rosa canina L.
Rosa selvatica o Rosa di macchia
Fam. Rosaceae

Habitat
Originaria dell'Europa, dell'Asia anteriore e centrale e del Nordafrica; diffusasi nell'America nordorientale.
E' la rosa più comune delle rose selvatiche presenti in Italia è una pianta estremamente adattabile.
Vive nei prati aridi e incolti, sui pendii rocciosi esposti a sud, nelle pietraie, lungo le siepi ai margini dei boschi di olmi, querce, frassini, dal mare alla zona sub-alpina di tutta Italia fino a 1500 m.
Predilige le colline e le basse montagne con terreni secchi e caldi a composizione calcarea e con buona esposizione alla luce, si associa a Biancospino, Crespino, Ligustro, Nocciolo, Prugnolo, Rovo, Lampone ed altre specie di Rose.
Note: nei giardini e nei parchi è impiegata come portainnesto alle rose grandi e doppie per la sua resistenza

Identificazione
Arbusto: spontaneo, cespuglioso alto fino a 3-5 m dal portamento eretto nella parte inferiore, i rami superiori sono ricadenti.

Rami: provvisti di spine robuste, rosse uncinate e adunche con base larga e schiacciata.

Corteccia: verde da giovane diventa bruno-grigiastra lignificando.
Radici: profonde con polloni radicali.

Foglie: alterne, caduche, composte da 5-7 foglioline imparipennate di forma ovale-elittica , margine seghettato, base arrotondata ed apice acuneato, lunghe 1,5-4 cm, con picciolo alla cui base sono saldate due stipole alate aderenti al picciolo quasi per tutta la sua lunghezza.

Fiori: ermafroditi, picciolati, solitari o in corimbi all'apice dei rametti brevi, grandi 4-7 cm, profumati, simmetrici con cinque petali separati di color rosa pallido sui lobi e più bianchi al centro, di forma obovato-cuoriforme, bilobi, smarginati e con base cuneiforme, con numerosi stami gialli appariscenti. Fiorisce da fine maggio ai primi di agosto.

Frutti: cinorridi , bacche di forma ovoidale, colore rosso vivo, costituiti dal ricettacolo florale diventato carnoso (falsi frutti), al loro interno contengono i veri frutti: acheni ovali giallastri, con superficie ricoperta di peli rigidi e pungenti. La polpa dei cinorrodi è edule, il loro sapore acidulo-astringente. I frutti maturano nel tardo autunno e le bacche persistono fino all'inizio dell'inverno.

Storia
Deve il suo nome ai greci che pensavano fosse capace di curare l'idrofobia.

RIBES NERO


Ribes Nigrum L.
Fam. Saxifragacee

Habitat

Spontaneo nell'Europa settentrionale e centro-orientale in Italia vive nella zona montana e Alpina tra i 500 e i 1500 metri; nei boschi freschi dei fondovalle al margine dei fiumi, in siepi. Predilige terreni argilloso-calcarei o argilloso-silicei.
Coltivazione: (per i suoi frutti) in giardini e orti con esposizione a Nord , in terreno fresco e ricco di humus, negli angoli meno assolati. Le piante devono essere distanti fra loro almeno 2 metri. Nella stagione calda annaffiare abbondantemente. Potare dopo la raccolta dei frutti per favorinre la crescita di rami nuovi prima dell'autunno. Fertilizzare a fine inverno con letame.

Identificazione

Piccolo arbusto cespuglioso alto 1-2 metri, deciduo con fusti eretti, molto ramificati, .

Rami giovani con la corteccia giallastra, liscia,  rami vecchi con corteccia bruno-rossastra rugosa.

Foglie alterne con picciolo lungo, palmato-lobate (3-5 lobi), con margine grossolanamente dentato, glabre sulla pagina superiore e lievemente pubescenti sulla pagina inferiore provvista di numerose ghiandole sessili giallastre che le conferiscono il caratteristico odore. I germogli, glabri sono anchessi disseminati da ghiandole aromatiche che emanano un odore intenso.

Fiori piccoli, riuniti in racemi arcuato-pendenti di 5-10 fiori, rossastri (5 petali), peduncoli e fiori tomentosi, ricetaccolo anch'esso peloso campanulatocon 5 sepali verdi, triangolari-acuti e ricurvi all'indietrosono ermafroditi . Fiorisce in aprile-maggio.

Frutto: bacca globosa nera con polpa verdastra conbtenente numerosi piccoli semi, aromaticadal sapore acidulo. Al suo apice rimangono i resti del calice.


18/01/10

Principi attivi delle piante medicinali

Droghe (termine che, attualmente, viene usato per definire le sostanze stupefacenti o psicotrope) sono le piante officinali e più esattamente alcune parti di esse, più ricche in principi attivi, raccolte e conservate in modo corretto.

I principi attivi sono dei “costituenti secondari” cioè dei prodotti insoliti delle piante di cui spesso non è chiaro il ruolo all’interno della pianta e che sono abbondanti soltanto in alcune specie e si accumulano solo in alcuni organi della pianta. I costituenti primari delle piante sono invece quelli indispensabili per la loro crescita (zuccheri, proteine, sali minerali, oligoelementi).

I principi attivi devono la loro azione curativa ad un gruppo di sostanze, caratterizzabili chimicamente, che vengono prodotte dalle cellule della pianta nel corso del loro normale metabolismo:

• Mucillagini,
• Gomme, gommoresine
• Resine, Oleoresine (o Balsami)
• Principi amari
• Glucosidi (cardiotonici, antrachinonici, solforati, flavonici, cianogenetici, ad arbutina e metilarbutina, della serie salicilica)
• Tannini
• Saponine
• Alcaloidi
• Olii essenziali
• Vitamine
• Acidi organici

13/01/10

TISANE, cosa sono e come si preparano

Le tisane sono delle preparazioni acquose ottenute a partire da una miscela di più piante medicinali.

Cosa si deve mettere in una tisana:
  • due o tre droghe che costituiscono i rimedi di base e che contengono i principi attivi specifici per il trattamento della affezione che si intende alleviare;
  • una droga che contiene sostanze medicamentose capaci di rinforzare, per sinergia, l’azione farmacodinamica del rimedio di base;
  • una o più droghe (come Menta, Anice, Liquirizia) che servono a migliorare il sapore e l’odore della miscela.
  • 5-8 piante medicinali in parti più o meno uguali.
Le tisane si preparano per infusione o per decozione a seconda della consistenza della droga (foglie, fiori, radici o semi). Per questo è necessario che la tisana sia composta da droghe di tessitura omogenea.

Il rapporto droga/solvente (acqua) varia dal 3 al 5%. Se ne beve una tazza, 2-3 volte al giorno.

Le tisane possono essere conservate solo per brevi periodi perché costituiscono un ottimo terreno di coltura per muffe e batteri.

Le tisane possono presentare variazioni nella concentrazione dei principi attivi sia per la variabilità della qualità della droga impiegata che per una scorretta preparazione della stessa.

Bibliografia
Marzio Pedretti, Chimica e farmacologia delle piante medicinali, Edagricole

Marzio Pedretti, L'Erborista moderno, Erboristeria domani libri
I. Testoni, G. Vincenzi Fare le tisane, La casa verde