31/03/11

FIORE

Le Angiosperme hanno fiori vistosi così composti:


PEDUNCOLO, situato appena sotto il fiore, con funzione di sostegno del fiore, a seconda della posizione che ha sulla pianta il fiore si dice:
TERMINALE, se si trova all'estremità del caule,
ASCELLARE, se si trova all'ascella di una foglia,
PEZIOLARE, se si trova nel picciolo di una foglia,
CAULINARE, se nasce direttamente dal tronco,
RADICALE, se nasce da una radice
SESSILE. se manca il peduncolo

RICETTACOLO O TALAMO, parte dell'asse fiorale su cui si innestano le parti fiorali, a seconda di come le parti si innestano sul ricettacolo il fiore si dice:
ACICLICO, se le parti si innestano seguendo una linea elicoidale,
EMICICLICO, se una parte del fiore e disposta in verticilli,
CICLICO, se tutte le parti del fiore si dispongono in verticilli.

PERIANZIO, il fiore si dice:
ACLAMIDE o NUDO se il perianzio è assente,
APOCLAMIDE o ASEPALO se il perianzio è formato da un solo verticillo,
OMOCLAMIDE o APETALO, se formato da parti tutte uguali o simili, il perianzio prende il nome di PERIGONIO e le parti di calice e corolla TEPALI,
ETEROCLAMIDE, se formato da due verticilli: CALICE e COROLLA



CALICE, formato da sepali (antofilli poco modificati) di colore perlopiù verde, è il verticillo più esterno del fiore e si dice:
PETALOIDEO, se è colorato
DIALISEPALO, se i sepali sono separati
GAMOSEPALO, se i sepali sono saldati per un tratto, la parte saldata si chiama TUBO, la parte libera LEMBO
URCEOLATO E VESCICOLOSO, se il tubo del calice gamosepalo è largo alla base e si restringe in alto
DENTATO, se il lembo del calice gamosepalo forma solo dei de telli
CALICETTO,
PIUMOSO o PAPPO, se si trasforma in peli piumosi,
BILABIATO, se si divide in due parti.



COROLLA, formata da petali (antofilli modificati), è il secondo verticillo del PERIANZIO. Si definisce:
DIALIPETALA, a petali separati, in questo caso il petalo si distingue in due parti: la parte che la unisce al talamo, più stretta, detta UNGHIA e la parte più allargata il LEMBO o LAMINA.
GAMOPETALA, a petali riuniti, si distingue in due parti: quella unita, detta TUBO e la FAUCE che può essere dentata, lobata, lancinata.
ACTINOMORFA, a simmetria raggiata: tubulosa, campanulata.
ZIGOMORFA, a simmetria bilaterale: papilionacea.



La disposizione dei PETALI può essere:
VALVATA
CONTORTA
SPIRALATA

ANDROCEO, è l'organo maschile del fiore, esso è formato dagli stami.
In base al numero degli stami il fiore sarà:
MONANDRO, con un solo stame
DIANDRO, con due stami
TRIANDRO, con tre stami,
TETRAANDRO ecc,

Ciascuno STAME è composto da:
FILAMENTO, sostiene l'antera
ANTERA, parte fertile comprende quattro sacche polliniche separate quando l'antera è giovane, unite quando l'antera ha raggiunto la maturazione, si apriranno per far uscire il polline.
Gli stami possono essere:
LIBERI,
MONADELFI,
DIADELFI,
POLIADELFI,
STAMINOIDI, in questo caso sono sterili.
I granuli di POLLINE hanno forma arrotondata o ovale grande da 2 a 250 micron ricoperti da due membrane:
ESINA, esterna, ricca di sporopollenina,
INTINA, interna, ricca di pectina.


GINECEO, formato dai carpelli è l'organo femminile del fiore. Il carpello è una foglia modificata che nelle GIMNOSPERME rimane aperto mentre nelle ANGIOSPERME si chiude a formare l'ovario ed è costituito da:
OVARIO, recipiente costituito dalla base della foglia carpellare che racchiude la cavità ovarica, in base alla sua posizione rispetto agli stami può essere SUPERO o INFERO.
STILO, parte superiore dell'ovario
STIMMA, parte apicale della foglia carpellare, generalmente di numero corrispondente agli stili

Il gineceo può essere:
APOCARPO, a carpelli liberi,
SINCARPO, a carpelli saldati,
PARACARPICO, se i carpelli sono saldati solo ai bordi.




OVULO, corpuscolo di forma ovoidale, si forma sulla PLACENTA detta NUCELLA per mezzo del funicolo, viene raggiunto e fecondato dal polline tramite il budello pollinico.

Il fiore può essere:
ERMAFRODITO, se possiede sia gineceo che androceo,
FEMMINILE, se manca l'androceo,
MASCHILE, se manca il gineceo.

Una ramificazione che termina con più fiori si dice infiorescenza si distinguono:



INFIORESCENZE RACEMOSE SEMPLICI o AD ASSE INDEFINITO, infiorescenze con asse a crescita illimitata, i fiori sono laterali sull'asse e sbocciano mano mano che l'asse si allunga.

INFIORESCENZE CIMOSE SEMPLICI, con asse pricipale e ramificazioni a crescita limitata,




INFIORESCEZE COMPOSTE, quando le ramificazioni dell'asse principale a loro volta producono altre ramificazioni.

26/03/11

STAR OF BETHLEHM - Fiore di Bach n. 29

Nome inglese: Star of Bethlehm
Nome latino: Ornithogalum umbellatum
Nome italiano: Stella di Betlemme, Latte di gallina
Rimedio n. 29

"Per quelli che sono in grande pena a causa di condizioni che per un certo tempo li rendono molto infelici. Il trauma causato dalle cattive notizie, la perdita di una persona cara, lo spavento consecutivo di un incidente ecc.." Edward Bach


E' utile alle persone che hanno subito un trauma, recentemente o nell'infanzia (anche quando il trauma è inconscio) e non sono riuscite a superarlo ed a causa di questo sono rimaste bloccate in uno stato di tristezza e torpore dal quale sembra non riescano ad uscire.

Si tratta di persone infelici, malinconiche, tristi che hanno difficoltà a lasciarsi andare, a provare sentimenti e ad interessarsi alla vita.

Questo fiore è utile al neonato, per il trauma della nascita; alle donne che soffrono di mestruazioni dolorose, nelle malattie di origine psicosomatica, dopo un'incidente o una perdita, dopo aver subito uno shock.

Star of Bethlehm aiuta a rielaborare la situazione traumatica riportandola alla coscienza e rendendo possibile il suo superamento. Poichè riportare alla coscienza un trauma potrebbe portare ad un peggioramento del senso di tristezza e dolore è consigliabile usare questo fiore la sera prima di coricarsi; in questo modo infatti, l'elaborazione del trauma avverrà più facilmente attraverso i sogni.

L'uso di questo fiore dona vitalità, forza interiore, lucidità mentale e pace e aiuta nella guarigione da malattie di origine psicosomatica.

22/03/11

TIGLIO

Tilia tomentosa Moench., Tilia argentea DC
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Tilia cordata Mill., Tilia europea L., T. platyphilla Scopolim T. grandifoglia Miller, T. parvifolia Ehrb.

Famiglia: Tiliaceae

Inglese: Linden, Silver Lime
Francese Tilleul argente
Tedesco: Linde


Habitat
Vive nelle zone montane e submontane, frequente nei boschi di conifere, nelle macchie, sui pendii soleggiati. fino a 1500-1600 m. E' usato per alberare i grandi viali e nei parchi e delle città dove resiste all'inquinamento. Ha una crescita molto lenta e può vivere fino a 1000 anni ma il suo fusto cessa di crescere dopo i 200 anni. Cresce su terreni leggeri e ricchi di calcio ma si adatta a terreni umidi, predilige zone soleggiate.
Identificazione
Albero alto da 15 a 30 m. con  tronco diritto e chioma fitta e larga dalla forma ovoidale. E' una pianta molto longeva può arrivare a mille anni di età.
Corteccia liscia, grigiastra (nel tiglio argentato), screpolata nel senso longitudinale dopo i 20 anni. Giovani rami rossicci, diventano pelosi con l'età con ciuffi di peli bruno-ruggine dove i rami si biforcano.

Radice
Robusta con numerose e lunghe radici laterali, finchè non è completamente sviluppata la pianta patisce la siccità e il freddo.


Foglie
Alterne, picciolate, cuoriformi, dentate, acuminate con margine seghettato irregolarmente, superficie superiore glabra, tomentose sotto, munite di picciolo lungo, glabro spesso violaceo.
Gemme glabre a 2 squame.

Fiori
effimiri, biancastri-giallastri, ermafroditi, raramente unisessuali, da 5 a 10 riuniti in infiorescenze a grappolo o a pannocchia, portate da un lungo peduncolo comune, saldato a metà della sua lunghezza ad una brattea, calice con 5 sepali, 5 petali separati, numerosi stami. Intensamente profumati e bottinati dalle api. Ad alcune persone provocano allergie e raffreddori da fieno. Vi sono tigli a fiori semplici (tiglio officinale o gentile) e tigli a fiori doppi (tiglio comune o argentato).
Fioritura da giugno ad agosto. Frutti globosi, secca, dura e indeiescente a 4-5 coste.
Odore gradevole, sapore mucillaginoso.

Storia, miti, leggende
Era albero sacro per le antiche civiltà slave e germaniche.
Il nome deriva dalla parola greca ptilon che significa ala, per la caratteristica brattea laterale dei peduncoli dell'infiorescenza.

Parti usate
Infiorescenze giovani con brattee, corteccia dei giovani rami, alburno (parte di corteccia più chiara) infa, legno.

Raccolta
Infiorescenze giovani con brattee all'inizio della fioritura giugno-luglio essicare all'ombra.

Conservazione
Infiorescenze: essicare all'ombra affinche le infiorescenze conservino il loro colore giallo-verdastro.

Costituenti
Olio essenziale (farnesolo), mucillagine, tannino, glucosidi flavonici, acidi organici, sostanze inorganiche, manganese.
Semi: olio grasso giallo, commestibile, simile all'olio d'oliva.
Proprietà
Antispasmodico, coleretico (alburno di tiglio), spasmolitico intestinali, emolliente, ipnotico, sedativo del sistema nervoso centrale, emolliente, sedativo della tosse, sudorifero, fluidificante sanguigno.

Indicazioni
- ansia, nervosismo, angoscia,
- insonnia,
- cefalea, convulsioni,
- palpitaizoni, tachicardia
- tosse e mal di gola
- spasmi intestinali e biliari
- iperviscosità ed ipercoagulabilità ematica.


Preparazioni

Infuso
Porre 5g di infiorescenze in 100 ml di acqua bollente. Lasciare in infusione 10'  e bere una tazza, 3-4 volte al dì.
Uso esterno: per sciacqui o gargarismi nelle irritazioni della bocca e della gola, per applicazioni locali su scottature ed eritemi solari o sulle irritazioni delle parti intime esterne e delle emorroidi.

Macerato idroalcolico
Mettere 20 g di tiglio in 100ml di alcool a 30°. Lasciar macerare 5 giorni. Bere 1 cucchiaio da tavola mattina e sera.

Estratto fluido
10-20g al dì.

Macerato glicerinato 1DH
Ottenuto dalla macerazione di gemme fresche di Tilia Tomentosa. Bere 30 gocce diluite in poca acqua, 3 volte al dì, mattino, dopo pranzo e dopo cena in poca acqua come ansiolitico, sedativo generale ed antispasmodico.

Indicazioni
- ansia
- spasmofilia
- insonnia
- nevrosi ossessive
- tachicardia, palpitazioni
- ipertensione arteriosa da stress
- coliche gassose dei neonati
- colon irritabile dell'adulto
- gastralgie
- bulimia
- ipertiroidismo

Oleolito
10 g in 100 ml di olio. Lasciar macera per 10 giorni in ambiente caldo.
Uso esterno: frizionare sulle parti interessate.

Bibliografia
Brigo Bruno, Fitoterapia e gemmoterapia nella pratica clinica, La Grafica Briantea, terza edizione, 1988
Mearelli Fausto, Scrignani Marcello, Guida all'impiego terapeutico delle tinture madri, gemmoderivati e oligoelementi
Pedretti Marzio, L'erborista moderno, Erboristeria domani - Libri
Piterà Fernando, Compendio di Gemmoterapia Clinica, De Ferrari Editore
Rossi Massimo, Tinture madri in fitoterapia, Studio Edizioni
Tétau Max, Bergeret Claude, La nuova fitoterapia, Edizioni del Riccio
Valnet Jean, Fitoterapia, Cura delle malattie con le piante, Aldo Martello-Giunti
Salute dalla Terra, Guida alle piante medicinali.
Scoprire riconoscere usare le erbe, Fabbri editori
Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione dal Reader's Digest

20/03/11

APPIACEAE ex OMBRELLIFERE

APPIACEAE ex OMBRELLIFERE
Ordine: APPIALES

Le asteraceae sono per lo più erbe annue o perenni molto raramente legnose, generalmente passano l'inverno col fusto ridotto alle parti perennanti posta a livello del suolo.

Foglie
alterne, quasi sempre molto suddivise e con ampie guaine alla base.

Fusti
superficialmente scanalati, nodosi con internodi che diventano cavi  perchè con il crescere il midollo spugnoso si elimina.

Infiorescenza
ad ombrella che un tempo dava il nome alla famiglia. La stragrande maggioranza delle appiaceae ha infiorescenze ad ombrella composta, poche ad ombrella semplice o a capolino.
Alla base dell'ombrella si trovano delle brattee riunite a formare un involucro più o meno sviluppato, talora un involucretto è presente anche alla base delle ombrellette.

Fiori
ermafroditi, corolla di 5 petali che in genere presentano l'apice curvato verso l'interno; ovario  infero, costituito da due carpelli che formano due cavità in ciascuno dei quali si trova un ovulo pendulo; 2 stili indipendenti con alla base un ingrossamento a cono detto stilopodio e secernente nettare; gli stami sono 5 alternati ai petali con i filamenti incurvati nel bocciolo e che sostengono antere biloculari; il calice è composto da 5 sepali, spesso piccolissimi, appena visibili con la lente.

Quasi tutte le appiaceae hanno nelle radici, o nelle parti verdi, o nei frutti, canali di origine schizogenica, contenenti essenze o resine.

Frutto
costituisce l'elemento distintivo della famiglia, in mancanza di questo è spesso difficile riconoscere due specie diverse.
Si tratta di un diachenio che, quando è secco, conserva i residui degli stili; talvolta i due acheni si separano e ciascuno di essi è detto mericiarpo.
I mericarpi sono attaccati ad un filamento sottilissimo detto carpoforo, la loro superficie di contatto è detta faccia commissurale ed è generalmente piana (in questo caso i frutti sono detti ortospermi) oppure, percorsa nella linea mediana da un solco profondo, longitudinale (come nella cicuta) oppure, il frutto è sferico e fra i due mericarpi c'è una vasta cavità (come nel caso del coriandolo - in questo caso il frutto è detto celospermo).
La supercficie esterna di ciascun mericarpo ha 5 coste longitudinali più o meno sporgenti dette coste primarie ed aventi ognuna un fascio vascolare, 3 coste sono sulla superficie convessa dell'achenio e sono dette coste dorsali, 2 coste sono invece ai margini del frutto e sono dette coste commissurali.
La depressione creata dalla presenza di coste è detta vallecola.
Talvolta fra le coste primarie si trovano altre 4 coste dette secondarie che possono essere anche più evidenti di quelle primarie (nel cumino di malta sono provviste di peli e nella carota di aculei).
La forma dei frutti varia da specie a specie: nel finocchio è quasi cilindricam nel carvi e nella cicuta maggiore è compressa ai latim nell'angelica è schiacciata sul dorso.
I frutti della maggior parte delle appiaceae hanno canali secernenti essenza detti vitte che generalmente sono in numero di 6: 4 dorsali (una sotto ogni vallecola o sotto ogni costa secondaria) e 2 commissurali (situate sulla faccia commissurale); queste sono di solito lunghe come la vallecola o la costa sotto la quale si trovano ma talvolta sono anche più brevi. Le vitte sono visibili con la lente quando il frutto cono è ancora maturo perchè il loro colore grigio-bruno risalta sullo sfondo verde chiaro se visto in trasparenza, talvolta però sono troppo numerose e troppo piccole ed invisibili anche con la lente (come nel caso dell'anice e dell'angelica).

Seme
ricco di albume, aderisce all'endocarpo in alcune specie endocarpo e seme sono separati dalla parte esterna del frutto, mentre in altre specie le vitte, (situate nel mesocarpo), restano attaccate al seme (coriandolo, angelica) oppure alla buccia (anice).

La famiglia delle appiaceae è molto numerosa e comprende piante velenose quali la cicuta maggiore (Conium maculatum), piante velenose quali la Cicuta maggiore (Conium maculatum), piante più o meno pericolose, per la presenza di sostanze tossiche, e da usarsi in dosaggi limitati come il finocchio e l'anice e piante prive di tossicità. Molte hanno proprietà terapeutiche e molte sono usate nell'aromatizzazione di cibi e bevande.
I componenti chimici presenti nelle piante di questa famiglia sono piuttosto vatriabili; si passa dagli alcaloidi presenti nel Conium maculatum alle cumarine, flavonoidi, gomme, resine, alcooli non saturi e agli olii essenziali più o meno presenti e, in qunatità variabile da specie a specie.

AGRIMONY - Fiore di Bach n.1

Nome inglese: Agrimony
Nome latino: Agrimonia eupatoria L.
Nome italiano: Agrimonia, Eupatoria
Rimedio n. 1

"Concerne le persone gioviali, gaie, piene di buon umore, che amano la pace e sono tanto afflitte dalle discussioni e dagli alterchi da essere pronte a concedere molto per evitarle. Benchè non manchino loro generalmente le noie e siano inquieti e agitati, tormentati moralmente o fisicamente, essi nascondono le loro preoccupazioni dietro il buon umore e le celiem sono considerati ottimi amici da frequentare. Spesso abusano di alcool e di droghe per stimolarsi e sopportare le loro prove con allegria." Edward Bach

Questo fiore è indicato per le persone che sorridono e si mostrano allegre anche quando hanno un dolore, un tormento o una preoccupazione. Esse temono di perdere gli amici se manifestano i loro veri sentimenti, il loro dolore o disagio e pur di non mostrarli indossano la maschera della spensieratessa e spesso fanno uso di alcool o altre droghe per mantenere l'allegria e non pensare ai loro problemi. Queste persone non amano i confflitti ed evitano i confronti e per fuggire ai propri problemi si buttano in ogni tipo di svago soprattutto feste di cui spesso sono gli animatori.

L'assunzione di Agrimony aiuta a sbloccare il dolore e dà la forza di resistergli facendo emergere le caratteristiche positive dei tipi Agrimony: l'ottimismo e il buon umore naturale, le capacità diplomatiche e di pacificatore, il senso di equilibrio e di pace e la capacità di mantenere la tranquillità nelle avversità.

Fiori di Bach, preparazione ed uso

Porre in un contenitore di vetro sottile sterilizzato acqua di sorgente e i fiori raccolti al momento della piena fioritura, in una giornata senza nubi, adagiandoli sulla superficie dell'acqua fino a coprirla compltemante.
Lasciare il contenitore al sole per 3-4 ore fino a quando i fiori cominciano a sbiadire. Rimuovere i fiori e versare il liquido ottenuto in un contenitore aggiungendo una pari quantità di brandy che serve alla conservazione del preparato.
Chestnut Bud e Willow devono essere bolliti per 30' in acqua pura utilizzando una pentola smaltata, perfettamente sterilizzata, filtrati quindi va aggiunta una pari quantità di brandy come sopra.

Prima del loro utilizzo versare 2 gocce del fiore prescelto in un flacone di 30 ml, di cui 20 ml di acqua minerale naturale  e 10 ml di brandy o di aceto di mele per la conservazione. Assumere 4 gtt, 4 volte al dì in un bicchiere d'acqua o direttamente sotto la lingua, lontano dai pasti per un periodo che può variare da 2 settimane a 2 mesi.

DECOTTI E IMPIASTRI PER LA CURA DEI CAPELLI

Caduta dei capelli


Lavarsi i capelli 2 volte la settimana massaggiando bene il cuoio cappelluto con i seguenti decotti e nei giorni in cui non si effettua il lavaggio, frizionare con un batuffolo di cotone precedentemente imbevuto nel decotto la cute del cuoio capellutto la sera prima di coricarsi:

1. Far bollire 150 g di radici di ortica in un litro d'acqua per 15'. Lasciare intiepidire.

2. Far bollire in un litro d'acqua per 15', 7 cucchiai da tavola della seguente miscela:
Ortica radici g. 50
Ortica foglie g. 50
Bardana radici g. 50
Noce foglie g. 50
Rosmarino foglie g 50

Prurito del cuoio cappelluto:
Massaggiare la cute mattina e sera con il decotto della seguente miscela di piante fatta bollire per 5 minuti in 1 litro d'acqua bollente, lasciare in infusione 20'. Filtrare e conservare in bottiglia, in frigorifero:


Ortica foglie g 50
Bardana foglie g 50
Lavanda g 30
Menta piperita g 30

Schiarite i capelli (non tingere)

Ogni settimana fare l'ultimo sciacquo dei capelli, precedentemente lavati con shampoo neutro, con il decotto ottenuto con la seguente miscela di erbe fatta bollire in un litro di acqua bollente per 5' in un recipiente coperto. Lasciar raffreddare, risciacquare i capelli e asciugare:
Camomilla comune fiori g 100
The verde g 30
Curcuma polvere g 30

è possibile utilizzare anche semplicemente il decotto di camomilla 70 g in 500 ml di acqua bollente.



Scurire i capelli (non tingere)

Ogni settimana fare l'ultimo risciacquo dei capelli, precedentemente lavati con uno schampoo neutro, con il decotto ottenuto facendo bollire in un litro di acqua bollente per 5' in un recipiente coperto la seguente miscela di erbe, dopo averla lasciata intiepidire:
Noce foglie g 75
Cipresso foglie g 75
Edera foglie g 50

Nota tutte le preparazioni estemporanee se non utilizzate entro 48 ore vanno conservate in frigorifero.




TINGERE I CAPELLI

Esistono in commercio miscele di Henné (Lawsonia alba) con altre polveri vegetali che permettono di ottenere differenti gradazioni di colore.



Capelli grassi

Fare l'ultimo risciacquo con aceto di mele, o succo di limone diluiti in un litro d'acqua.



Capelli aridi e fragili

Applicare la seguente miscela di oli vegetali la sera prima di coricarsi due volte la settimana, coprire con un asciugamano o un telo e al mattino lavare i capelli con uno shampoo neutro:

Olio di mandorle dolci ml 50

Olio di semi di girasole ml 50

Olio di jojoba ml 20

Olio di ricino ml 20

Olio essenziale di rosa ml 5

18/03/11

ROVO

Rubus fructicosus L.
rovo, moro selvatico, spino
Inglese: Bramble, European blackberry
Francese: Murier des haies
Tedesci: Brombeere

Famiglia: Rosaceae

Habitat
Vive al margine dei boschi, nelle siepi, lungo le strade di montagna, tra i muri e i ruderi, nei terreni incolti dove cresce spontaneamente fino a soffocare tutto è una pianta invadente di difficile estirpazione è disseminata dagli uccelli. Si sviluppa sui terreni acidi poveri, argillosi, sabbiosi, umidi, assolati, ombrosi. Diffuso in tutto il territorio italiano, nella zona mediterranea dal piano alla montagna fino a 1100 m. Ne esistono numerose specie e ibridi.

Identificazione
Arbusto selvatico, perenne, cespuglioso alto fino a 5 metri, generalmente 0,5-2 metri.

Fusti angolosi, legnosi alla base, muniti di spine diritte o quasi falciformi, arcuati, prostrati o rampicanti, che si seccano dopo la fioritura.

Foglie pennate composte da 3-5 foglioline palmate, arrotondate, irregolarmente seghettate, da 1,5 fino a 6 cm. con superficie superiore verde scuro, coriacea e glabra, e quella inferiore, bianca. Piccioli piani , glabri e provvisti di aculei.

Fiori bianchi, sfumati di rosa, disposti in grappoli terminali, inodori. Calice di 5 sepali ovali acuminati con 5 petali vellutati, color roseo. Numerosi stami bianchi o rossi. Fioritura da maggio a settembre.

Frutti verdi che a maturazione diventano nero-bluastri o rosso brunastri, selvatici, eduli, more selvatiche formate da numerose drupe tondeggianti coronate da uno stilo e sistemate su un ricettacolo carnoso alla cui base si trova il calice persistente con orlo biancastro. Odore lieve, sapore zuccherino e astringente. Fruttifica da fine agosto a ottobre.

Propagazione per margotta.

Storia, miti, leggende
Nella tradizione cristiana medioevale la Vergine era simboleggiata col roveto ardente che manifesta la presenza divina.
Plinio consigliava le foglie ed i teneri germogli contro i malanni della bocca le ulcerazioni oculari, le emorraggie vaginali e intestinali. Dioscoride prescriveva foglie, fiori e radici come astringenti per intestino e utero e per rinforzare le gengive e curare le ulcerazioni e le piaghe.

Parti usate:
- foglie e gemme

Raccolta
Gemme in primavera, foglie da luglio a settembre, frutti a maturazione.

Costituenti
Foglie: tannini, resine, inosite, pectina e zucchero, acidi organici (lattico, ossalico, malico, succinico).
Frutti: acidi organici (caffecico, citrico, lattico), zuccheri (glucosio, levulosio, saccarosio dal 4 al 7%), protidi, pectine, gomma, cellulosa, grasso, manganese, tannino, antociani acido pantotenico, vitamine A, B1, B2, C.

Proprietà delle foglie e delle gemme: astringenti, ipoglicemizzanti, diuretiche, emostatiche

Indicazioni
- diarrea,
- emorroidi,
- leucorree (perdite bianche),
- metrorragie,
- calcoli renali,
- oliguria
- emottisi
- diabete senile.

Uso esterno:
- faringiti, gengiviti, stomatiti, nevralgie dentarie, piaghe.
Frutti:
- anti-scorbutici,
- rinfrescanti,
- diuretici.


Preparazioni
Infuso di foglie:
5 g in 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 15'. Bere una tazza 3 volte al dì nelle diarree.

Decotto di foglie:
20 g in mezzo litro d'acqua. Bollire 2 minuti, lasciare in infusione 10'. Bere una tazza 3 volte al dì.
Uso esterno: come lozione astringente per il viso, per gargarismi e sciacqui nelle affezioni della bocca,

Nota: Filtrare accuratamente le preparazioni.


Gemmoderivato
Ottenuto dalla macerazione glicerica alla 1DH di giovani getti di Rovo.
30 gocce, 2-3 volte al dì, lontano dai pasti.
Indicazioni
- Bronchite cronica
- Reumatismo degenerativo cronico,
- artrosi articolare,
- Osteoartrosi,
- Osteoporosi senile dolorosa,
- Ipertensione arteriosa ed arteriosclerosi,
- Diabete senile, (ipoglicemizzante e ipotensivo),
- Fibroma uterino
 
Gemme macerate al sole
Raccolte in primavera e poste in un barattolo esposto al sole, lasciano colare un succo sciropposo.
Usare come impiastro cicatrizzante sulle piaghe. 

Sciroppo dei frutti colti prima della maturazione, verdi o rossi
come astringenti, nelle diarre dei bambini

Frutti maturi crudi, in confetture o in sciroppi
sono dissetanti, diuretiche, combattono la stitichezza, favoriscono la digestione, leniscono le infiammazioni della bocca e le tonsilliti.

Bibliografia
Brigo Bruno, Fitoterapia e gemmoterapia nella pratica clinica, La Grafica Briantea, terza edizione, 1988
Fra Domenico Palombi, La medicina dei semplici
Mearelli Fausto, Scrignani Marcello, Guida all'impiego terapeutico delle tinture madri, gemmoderivati e oligoelementi
Messegue Maurice, il mio erbario, Mondadori
Messegue Maurice, Guarire naturalmente, Michel Bontemps
Piterà Fernando, Compendio di Gemmoterapia Clinica, De Ferrari Editore
Quaderni di erboristeria, Clesav
Rossi Massimo, Tinture madri in fitoterapia, Studio Edizioni
Schauenberg Paul, Paris Ferdinand, Le piante medicinali, Newton Compton Editori
Valnet Jean, Fitoterapia, Cura delle malattie con le piante, Aldo Martello-Giunti
Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione dal Reader's Digest

14/03/11

BRUGO e ERICA

CALLUNA VULGARIS Hull o ERICA VULGARIS L. CALLUNA ERICA Dec.
Brugo o Brentolo
Fam. Ericacee

Inglese: Common heath, Broom-Heather,
Tedesco: Besenheide
Francese: Bruyere commune, Callune

*Erica, ERICA HERBACEA L. o ERICA CARNICINA L.
Fam. Ericacee

Habitat
Vive negli acquitrini, nei sottoboschi e nei boschi di Pinus sylvestris e Quercie, in associazione col Mirtillo nero, Mirtillo rosso, Ginepro e Ginestre, fino a 2500 m.Talvolta copre distese molto vaste che prendono il nome di brughiere. Vive 10-15 anni. Predilige terreni molto poveri, silicei con superficie acidificata, le radure, i pendii, torbiere e terreni erbosi, poveri di calcare, umidi ma secchi d'estate.
Diffusa in Europa, Asia occidentale, Africa settentrionale, America del Norde. In Italia è diffusa centro-settentrionale.

* Erica: Vive in boschetti radi, vicino ai ruscelli, nelle lande di arbusti nani. fino a 1500-2500 m. Predilige terreni sassosi, basici, ricchi di humus e sostanze nutritive.

Identificazione
Arbusto: nano, sempreverde, alto da 20 cm a 1m, ramificato con rami eretti o prostrati, ascendenti.

Rami:i giovani sono flessibili con sezione quadrangolare o circolare.

Corteccia: verde, bruno-rossastra da adulti, grigia-brunastra solcata longitudinalmente e lignificata senza foglie.

Radici: fitte e profonde che nel terreno formano un groviglio impenetrabile all'espansione delle altre specie.

Foglie: piccolissime, lineari-lanceolate, persistenti, opposte, alterne, embricate, disposte in squame, disposte in modo regolare sui rami.
*Erica: aghiformi lunghe 5-9 mm.

Fiori: ermafroditi, con brattee basali, calice con petali rosa, rosa-violetto, purpurei, riuniti in racemi, unilaterali, lunghi 2-4 mm, penduli, a 4 punte, con 8 stami più brevi della corolla, stilo più lungo del calice, ovario a 4 logge. Fortemente nettariferi il suo miele è scuro. Fiorisce da luglio ad agosto.

*Erica: disposti prevalentemente in una fila nella parte superiore del fusto, petali rosa carnicino di 5mm, con 4 punte.

Frutti: capsula globosa , secca, 1,5mm, pelosa, deiescente in 5 lobi contenente numerosi semi bruni, ovali.

Storia
I rametti venivano usati nella fabbricazione di scope rudimentali mentre la radice veniva usata per la fabbricazione delle pipe (radica).
In passato le infiorescenze venivano usate in sotituzione al luppolo nella fabbricazione della birra.
E' il simbolo della solitudine ma anche della speranza perchè l'erica cresce e fiorisce la dove non fiorirebbe nessuna altra pianta.

Parti usate
Sommità fiorite con foglie.

Raccolta e Conservazione
All'inizio della fioritura.

Costituenti
gliucoside idrochinonico (arbutina), resina (ericolina), olio (ericinolo), acido citrico, acido fumarico, gomma, flavonoidi (quercitina), amari, tannini.

Proprietà
Diuretiche, antisettiche e antiputride uro-genitali (nelle cistiti e nelle leucorree), depurativa, starnutatoria.

Modalità d'uso

Tisana di fiori
Per la gotta e i dolori reumatici.
4 g in 100 ml di acqua bollente. Lasciar riposare 15'. Bere lontano dai pasti.

Decotto di fiori
Schiarisce le efelidi e risana eczemi e altri disturbi cutanei.
5 g in 100 ml di acqua bollente. 15 minuti di infusione. Bere una tazza dolcificata con miele, la sera prima di coricarsi.

Macerato di fiori in olio di oliva
Macerare 60 g di sommità fiorite di erica in 250 g, mescolando energicamente ogni tanto. Massaggiare ogni sera.
Negli arrossamenti e nelle dermatosi squamose. Rende la pelle elastica.

Macerato Alcolico
In associazione con il rododendro come linimento in artriti e reumi.

T.M. (Tintura madre)
si prepara dalle sommità fiorite, raccolte in estate
30-40 gocce in poca acqua 2 o 3 volte al dì prima dei pasti

M.G. (Gemmoderivato)
Ottenuto per macerazione in soluzione idrogliceroalcolica 1DH di giovani getti di freschi di Brugo

Indicazioni della T.M. e dell'M.G.
come antisettico, anti-infiammatoria, antiputrido, diuretico e antidolorifico delle vie urinarie.
- nelle cistiti, cistopieliti, uretriti, cistiti dei prostatici.
- nelle collibacillosi, diarree,
- nelle coliche e nei calcoli urinari,
- nelle affezioni reumatiche,
- nei processi antinfiammatori cronici,
- nelle poliartite reumatoide,
- nelle leucorree,
30-50 gocce 2-3 volte al dì in poca acqua prima dei pasti principali.

Impiastri di fiori
Per applicazioni calde e umide
- per lenire i dolori di sciatica,
- per i geloni
- per gli eczemi

Bagni
Bollire 500 g di rami di erica in 2-3 litri di acqua bollente. Aggiungere all'acqua del bagno.
Per reumatismi, gotta e dolori artritici.

Bibliografia
Brigo Bruno, Fitoterapia e gemmoterapia nella pratica clinica, La Grafica Briantea, terza edizione, 1988
Gambiali Cleto, Curarsi con erbe e piante, A Vallardi
Hoffman David Erbario olistico, Xenia edizioni
Mayr C., Guida delle erbe medicinali
Pedretti Marzio, Come curarsi con le Erbe Medicinali; De Vecchi Editore
Pozzi Irene, Consigli utili di una erborista
Proserpio Gianni, Codex vegetabilis, Sinerga; Studio Edizioni
Valnet Jean, Fitoterapia, Cura delle malattie con le piante, Aldo Martello-Giunti
Fiori delle Alpi, Rizzoli
Guida delle erbe medicinali
Piante Medicinali, Arnoldo Mondadori Editore
Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione dal Reader's Digest

HEATHER - Fiore di Bach N. 14

Nome inglese: HEATHER,
Nome latino: CALLUNA VULGARIS,
Nome italiano: brugo, erica, brentolo
Rimedio n. 14

“Per quelli che sono sempre alla ricerca di qualcuno che possa tener loro compagnia, perchè hanno bisogno di parlare dei loro affari con gli altri, qualunque possa essere l'argomento. Sono molto infelici quando restano soli per un certo tempo” (E. Bach)


Heather è utile a coloro che non sopportano di stare soli e si preoccupano eccessivamente per i loro problemi senza interessarsi a quelli altrui. Costoro cercano di catturare l'attenzione e l'affetto degli altri facendosi compatire. Sono in genere persone egocentriche ma la solitudine di cui si lamentano spesso è conseguenza del loro comportamento lagnoso ed infantile.

E' un atteggiamento comune negli anziani rimasti soli e trascurati dai familiari, che usano la malattia per ottenere ascolto e compassione dagli altri.

E' tipico e, in questo caso, anche fisiologico, atteggiamento dei bambini loquaci, ipocondriaci, lagnosi, iperattivi, esibizionisti che cercano in tutti i modi di attirare l'attenzione, mangiano troppo o rifiutano il cibo, perchè sono bisognosi di “coccole”.

In tutti noi c'è un bambino interiore bisognoso d'affetto che chiede di essere considerato ed ascoltato.

Heather aiuta a distogliere l'attenzione da se stessi, a imparare ad ascoltare gli altri ed i loro problemi e a sviluppare una grande capacità di comprensione, solidarietà e tolleranza nei confronti degli altri individui, ciò permette di instaurare rapporti di scambio affettivo equilibrati.