26/11/09

Tisane per tosse, raffreddore, afonia

Far bollire per 10 minuti un cucchiaio da tavola delle seguenti miscele in una tazza da 250 cc d'acqua poi filtrare. Dolcificare con miele e bere 2-3 tazze al dì, mattino, pomeriggio e sera.

INFUSI, cosa sono, come si preparano


Gli infusi si preparano versando 100 ml di acqua alla temperatura di ebollizione su 5 g di droga, essicata e frantumata.

E' consigliabile l'uso di acqua distillata o oligominerale, perchè l'acqua potabile d'uso comune è ricca di sali di calcio e magnesio che possono far precipitare i fitocomplessi e ne riducono la loro concentrazione nella soluzione.


Si lascia macerare per 10-20 minuti circa a seconda della consistenza della droga ovvero delle parti di pianta utilizzata (fiori, foglie o radici).

Si filtra con un colino a maglie strette e si spreme il residuo.

Se ne ricava una soluzione di fitocomplessi nella quale i principi attivi delle piante sono disciolti in acqua.

Se ne beve una tazza per 2-3 volte al dì calda o tiepida (mai fredda o bollente). E' possibile dolcificare con miele.

Gli infusi devono essere preparati poco prima dell'uso non possono essere conservati per tempi lunghi poichè sono un substrato ideale per la crescita e la moltiplicazione di batteri per l'abbondanza di sostanze organiche in essa contenute.

Bibliografia


Marzio Pedretti, Chimica e farmacologia delle piante medicinali, Edagricole
Marzio Pedretti, L'Erborista moderno, Erboristeria domani libri

20/11/09

ACERO, ACERO DI MONTE


Acer campestre (Lamarck) DC. Abies alba Miller

Fam. Pinaceae


Habitat
In Italia centro-settentrionale cresce spontaneo nei boschi misti di latifoglie nelle zone pianeggianti, collinari o submontane, predilige terreni calcarei non troppo umidi o aridi. Si trova associato a frassini, castagni e querce. Spesso coltivato come albero tutore delle viti nei filari delle vigne.


Identificazione
Albero di altezza variabile (da 2 a 30 metri secondo la specie),
Foglie ovali, palmate, caduche, di vario colore, verde intenso sopra e verde chiaro nella pagina inferiore che è anche pelosa e vellutata lungo le nervature, larghe al massimo 12 cm, divise in cinque lobi, il centrale grande e i due laterali piccoli, variamente dentati.
Fiori riuniti in corimbi bianco-verdastri, distinti in maschili e femminili.
Frutti secchi composti da due samare provviste di ala laterale che fa girare vorticosamente il seme quando cade e lo fa andare lontano dalla pianta che lo ha prodotto.

SALICE BIANCO

Salix alba L.

Fam. Salicacee

Habitat
Vive nelle regioni temperate dell’Europa centromeridionale sino a 900 m, in Italia è diffuso fino alla regione montana soprattutto in luoghi umidi, vicino a fiumi, torrenti e laghi, nelle valli alluvionali. Assieme a Pioppi, Ontani ed altre specie di salici forma il bosco planiziale a legno dolce.
Predilige terreni limoso-argilloso-umidi ricchi di sali nutritizi e di basi o anche di calcio.
Può vivere fino a 80-200 anni.

Identificazione
Albero mediamente alto 15 metri ma che può arrivare fino a 25 metri.
Rami sono di colore verde-grigio dotati di peli sottili, flessibili.
Foglie di colore verde sopra e argentate e setose sulla pagina inferiore a causa di una fitta peluria, alterne, lanceolate, strette, acuminate, finemente dentate e caduche, brevemente picciolate.
Fiori dioici, formati da una piccola brattea alla cui ascella sono situati due stami con antere gialle (fiori maschili) o un pistillo (fiori femminili). I fiori sono disposti in amenti (gattini) su brevissimi rami, quelli maschili sono lunghi fino a 7 cm, gialli, eretti ed arcuati ed hanno due ghiandole secretrici di nettare (nettarii), quelli femminili sono lunghi fino a 5 cm, verdi e brevemente peduncolati ed hanno una sola ghiandola secretrice di nettare. Ogni albero possiede solo fiori maschili o femminili e fiorisce tra marzo ed aprile contemporaneamente alla fogliazione.
Frutto a forma di capsula glabra quasi sessile che a maturazione si apre in due valve lasciando fuoriuscire numerosi piccoli semi bruni cotonosi che vengono dispersi dal vento. Odore nullo, sapore amaro.
Gemme ravvicinate sui rami, rossicce-bruno scuro, di forma ovale allungata, setose, avvolte in una sola squama che lacerano nel gonfiarsi.
Corteccia grigio-biancastra fissurata longitudinalmente nelle piante vecchie.
Legno tenero, si taglia facilmente in tutti i sensi non adatto per la falegnameria si usa per costruire giocattoli o minuterie. Un tempo il Salice bianco era regolarmente tagliato ogni 2-3 anni per ricavarne il vimini per la costruzione di cesti, recinzioni e per legare i tralci delle viti.

07/10/09

BETULLA pelosa o tomentosa

Betula pubescens Ehrh, Betula Alba L.D., Betula tomentosa Reitter et Abeliorrancio
Nome italiano: Betulla pelosa o tomentosa, betulla pubescente
Nome inglese: Common white birch
Nome tedesco: moorbirke
Nome francese: bouleau
Fam. Betulaceae

Habitat
Europa Centrale e del Nord dalle pianure alla regione alpina fino a 2200 metri d’altitudine. In Italia cresce spontanea nella zona montana o subalpina delle Alpi e dell’Appennino, talvolta si trova anche nella pianura Padana e nelle zone prealpine, tuttavia è più rara rispetto alla Betulla verrucosa.
Cresce su terreni poveri e acidi con umidità di risorgiva o paludosi e torbosi.

Identificazione
Albero caducifoglio dal portamento eretto, altezza media 10-13 metri , può raggiungere i 30 m con un tronco di 60 cm di diametro. La corteccia del tronco è sottile , liscia, bianco-giallognola alla base del tronco diventa giallognolo-grigiastra. La corteccia si sfalda ad anelli orizzontali.

Fusto: rami flessibili, orizzontali, ritorti, mai pendenti. I rami più giovani sono pelosi e sono privi di ghiandole resinose.

Foglie: alterne, romboidali o cuoriformi, acuminate alla sommità, lunghe 3-5cm e con margine variamente seghettato.

Fiori: disposti in infiorescenze dette amenti, quelli maschili di color bruno rossiccio sono penduli quando raggiungono la maturità e arrivano a 8 cm di lunghezza, quelli femminili di color verde oliva sono peduncolati e durante la fioritura hanno portamento eretto mentre quando raggiungono la maturità sono pendenti e raggiungono i 4 cm. Fiorisce in aprile.

Frutti, Il frutto è un achenio munito di una larga ala di consistenza cartacea, leggero viene trasportato dal vento.

Storia
La B. pubescens è stata una delle principali specie arboree pioniere alla fine dell’Era glaciale, grazie alla sua grande resistenza al freddo.
La tradizione popolare consigliava di far stendere bambini debilitati su foglie essicate al forno per ridargli vigore.

Raccolta
La Linfa si raccoglie in primavera segando un ramo dell’albero. Un ramo di una certa dimensione può fornire fino a 5 litri di linfa al giorno.
Le foglie si raccolgono in aprile-giugno, senza il picciolo.
Le gemme si raccolgono in febbraio quando sono ancora ben chiuse.
La corteccia si ottiene recidendo i rami con diametro di circa 1 cm in marzo-aprile, quando la pianta entra in vegetazione.

Conservazione
Le foglie e le gemme si essiccano all’ombra rimuovendole spesso.
La corteccia si taglia in pezzi di 5_10 cm di lunghezza e si mette a essiccare al sole.
La corteccia e le foglie si conservano in sacchetti di carta o tela e le gemme in vasi di vetro.

Costituenti
Olio essenziale (Oleum Betulae) contenente salicilato di metile (98%), saponine, un derivato flavonico ad azione diuretica (iperoside), tannini, glucosidi vari.
La corteccia contiene betulinolo (canfora di betulla) e betuloside (glucoside).
Le gemme contengono olio essenziale.

Proprietà
Uso interno: Diuretico (eliminatore di urea e acido urico), depurativo, antiuricemia, antiazoturica, ipocolesterolomizzante, antitossica.
La corteccia è diuretica, lassativa e febbrifuga

Parti usate e Modalità d'uso

Linfa fresca
Uso interno: depurativa del sangue, antilitiasico urinario, usato per combattere i calcoli urinari.
Uso esterno: in passato come lozione per capelli nell’alopecia.

Foglie giovani
Uso interno: ipercolesterolemia, iperuricemia, iperazotemia, idropisia, oliguria, albuminuria, litiasi renale, coliche nefritiche, edemi cardio-renali, cellulite, reumatismo, gotta.

Infuso al 4%: 4 g in 100 ml di acqua bollente. Lasciare in infusione 10’. Bere una tazza 3 volte al dì tra i pasti per aumentare la fluidità della bile e diminuire il tasso di colesterolo nel sangue.

Tintura al 20%: 20 g in 100ml di alcool a 60°. Macerare 5 giorni.
40 gocce 2-3 volte al dì.

Enolito 5%: 5 g in 100 ml di vino rosso. Macerare 5 giorni. Un bicchierino pro-dose, 2-3 volte al giorno tra i pasti.

Estratto fluido: un cucchiaino pro-dose 2-3 volte al dì.

Uso esterno: antisettico, astringente, acne, foruncoli, eccessiva secrezione di sebo, disinfettante e deodorante in caso di forfora grassa, sotto forma di infuso, decotto o tintura.
Nel trattamento della cellulite sotto forma di bagni o impacchi.
Acqua distillata
usata in cosmesi nei tonici cutanei.

Corteccia
Uso interno: nelle febbri intermittenti
Decotto: un cucchiaio da caffè di corteccia per tazza.
Uso esterno: dalla corteccia viene estratto un olio utilizzato come repellente per insetti.

Legno
Il legno calcinato a carbone vegetale veniva utilizzato come antiputrefattivo ed antimeteorico nelle coliti e nelle dispepsie e come antitossico negli avvelenamenti da funghi muscarinici.

Radici
Frantumate e usate in decotto all’1% sono un potente diuretico.
Le radici e la scorza distillata si ottiene un catrame attivo nelle dermatosi.

Gemme
Uso interno: balsamiche, colagoghe, antisettiche, efficaci nella cura dell’artrosi, nella decalcificazioni ossea, nell’astenia sessuale e nella costipazione.

Decotto  50-150 g per litro di acqua, aggiungere un cucchiaio di bicarbonato di sodio per facilitare la soluzione delle resine. Bollire 10’ e bere 2-3 tazze al dì.
Uso esterno: lenitivo

Gemmoderivato
Preparazione: Si ottengono mediante macerazione di amenti, gemme, giovani radici e scorza di radice di Betula Pubescens alla 1 DH.
Indicazioni
Uso interno:
- Drenante dei tessuti infiltrati da eccesso di scorie metaboliche, per questo suo effetto oltre che per la sua azione tonica viene spesso usato per preparare l’organismo ad altri gemmoderivati specifici.
- Stimola le difese immunitarie.
- Disintiossicante del fegato, stimola tutti i catabolismi: acido urico, urea, colesterolo.
- Nel rachitismo, negli disturbi dell’accrescimento e di nutrizione, negli stati di demineralizzazione.
- Negli edemi cardio-renali.
- Nell’astenia psicofisica e nella stipsi.
- Nelle tromboflebiti in associazione con Alnus glutinosa
- Nelle rinofaringiti recidivanti associato ad Abies pectinata.
- Nelle sinusiti acute associato a Ribes nigrum.
- Nella stipsi (gemme).
- Nei disturbi endocrini: obesità, cellulite.
- Nella diminuzione della libido, impotenza e frigidità (amenti)
50-70gtt, una volta al dì, in un po' d'acqua.

Bibliografia
Scoprire, riconoscere, usare le erbe, Fabbri Editori
Brigo Bruno, Fitoterapia e gemmoterapia nella pratica clinica, La Grafica Briantea, terza edizione, 1988
Fernando Piterà, Compendio di Gemmoterapia clinica, De Ferrari Editore, 1996
Fausto Mearelli - Marcello Scrignani, Guida all’impiego terapeutico delle Tinture Madri Gemmoderivati e Oligoelementi
Marzio Pedretti, L’Erborista Moderno, Erboristeria Domani Libri Studio Edizioni
Max Tetau, Gemmoterapia nuovi studi clinici, IPSA Editore
Jean Valnet, Fitoterapia, Cura delle malattie con le piante, Aldo Martello, Giunti

22/09/09

TISANA per l'influenza


Lasciare in infusione un cucchiaino da caffé in una tazza di acqua bollente della seguente miscela per 10 minuti. Filtrare, dolcificare con miele e bere una tazza più volte al dì.


Borragine           20g
Polmonaria         20g
Olmaria              20g
Sambuco fiori     20g
Tiglio                  20g


Ricette della nonna:

Bere una tazza di latte bollente con due dita di cognac e due cucchiai di miele da prendere prima di andare a letto quando si sente l'inizio dell influenza.
Bere un bicchiere di vino rosso caldo, bollito con 2 cucchiai di pepe nero in grani.
Aglio



Per rinforzare le difese immunitarie si possono usare:
Tintura madre di Echinacea
Gemmoderivati di Betula Pubescens e Rosa Canina
Oligoelementi Manganese-Rame e Rame-Oro-Argento


Le piante e i minerali qui sopra riportate sono soltanto alcune di quelle indicate in letteratura come coadiuvanti nella terapia influenzale, non sono farmaci e non li sostituiscono, è consigliata la consultazione del medico in caso di influenza.

ECHINACEA


Echinacea Purpurea (L.) Moench.
Echinacea angustifolia DC


Fam. Asteraceae (Compositae)

Habitat
Originaria del Nord America coltivata come ornamentale e officinale.
Nei prati e nei boschi radi.

Identificazione
Pianta erbacea perenne, radice a rizoma dal quale si sviluppano, in primavera fusti floreali alti 60-90 cm
Foglie lanceolate.
Fiori riuniti in capolini di color malva (E. angustifolia), fiori rossi (E.purpurea). Fiorisce da maggio a novembre.
Frutti sono degli acheni di forme variabili da semplici ad arcuati ed alati, sono tutti rugosi e muniti di aculei nella parte dorsale.

Tintura Madre





Nella Tintura Madre (T.M.) si usano piante fresche sane, spontanee raccolte nel loro habitat naturale.
Radici, foglie o parti aeree vengono mondate, frantumate, tritate.

Il solvente usato per l’estrazione dei principi attivi della pianta è l’alcol etilico a 95° e l’acqua distillata.

La T.M. Si ottiene per macerazione.

La macerazione viene fatta in alcool etilico a 95° e acqua distillata nelle quantità necessarie per ottenere una gradazione alcoolica finale di 60°-70° diversa a seconda della pianta. Abitualmente viene utilizzato alcool con gradazione che va dai 60° ai 70°. La macerazione prosegue per 2-3 settimane durante le quali viene agitata. Per lo scopo vengono usati recipienti di vetro o acciaio inox. Alla fine viene decantata e spremuta a pressione costante di 100 bars. Il liquido ottenuto viene lasciato riposare per 48 ore ed infine, filtrato, imbottigliato e tenuto in luogo fresco e al buio.

25/08/09

CALENDULA

Calendula Officinalis L.
Nome italiano: Fiorrancio
Nome ingelese: marigold, ringflower
Nome tedesco: ringelblume
Nome francese suci
Nome spagnolo: galendula
Fam. Asteraceae (ex Compositae)


Habitat
Regione Mediterranea e submontana, nei campi, nei giardini, nei prati nei luoghi ghiaiosi e ruderali.
Molto più conosciuta come pianta ornamentale. Si ritiene che derivi da una calendula dell'Europa Meridionale la Calendula arvensis L.

Identificazione
Pianta erbacea annuale, raramente biennale.
Radice a fittone con numerose radichette laterali.

Fusto variamente ramificato, può raggiungere i 70-100 cm. Tutta la pianta è ricoperta da peli scabri e da ghiandole.

Foglie alterne sul fusto con margine dentato con una ghiandola nera al suo apice. Foglie inferiori di forma spatolata con base ristretta a cuneo e superiori obovate e amplessicauli.

Fiori giallo-arancione, inseriti al termine dei rametti, riuniti in capolini circondati da brattee coperte da peli ghiandolosi; quelli esterni hanno un lunga ligula, quelli interni sono piccoli e tubulari; nelle forme coltivate spesso tutti i fiori sono ligulati.
Fiorisce da maggio a novembre.

Frutti sono degli acheni di forme variabili da semplici ad arcuati ed alati, sono tutti rugosi e muniti di aculei nella parte dorsale.

Storia
Il nome deriva da "calendae" con il quale i romani indicavano il primo giorno di ogni mese e ne indica l'abbondante fioritura in ogni mese dell'anno. La Calendula arvensis L., già utilizzata nel Medioevo venne poi trascusrata per molto tempo.

Raccolta
I fiori e le sommità fiorite si raccolgono preferibilmente in aprile-giugno e in settembre-novembre recidendo i capolini appena sotto la loro inserzione con le unghie. Le sommità fiorite si raccolgono staccando i rametti quando la maggior parte dei capolini è aperta. Le foglie si raccolgono da marzo a novembre staccandole una per una con le mani.
I fiori si usano per uso interno mentre fiori e foglie si usano per uso esterno.

Conservazione
Tutte le parti della pianta si essicano lontano dal sole disponendole in strati sottili e muovendole spesso, si conservano al buio in recipienti di vetro o porcellana.


Costituenti
Saponosidi Triterpeni, Flavonoidi (0.6-1%), caroteni, xantofille, acidi fenolici, un principio amaro, olio essenziale (0.1-0.2%), lattoni sesquiterpenici, polisaccaridi immunostimolanti (mucillagini) e resine.

Proprietà
Uso interno: Antisettico, antinfiammatorio, antispasmodico, coleretico, emmenanagogo.
Uso esterno:
Disinfiammante per contusioni, callifugo e antigeloni, cicatrizzante, decongestionante per pelli arrossate, idratante, lenitivo, sudorifero, vulnerario.

Usi
Curativo, cosmetico.

Modalità d'uso
Infuso, decotto, tintura, polpa.

Fiori freschi
- Una manciata di fiori nell'acqua molto calda del bagno (oppure il decotto) come decongestionante e idratante.
- Polpa dei fiori applicata e tenuta il più possibile sulla pelle o mucosa arrossata e sulle scottature e sulle punture d'insetto con effetto vulnerario.
- cataplasma di foglie fresche lavate accuratamente e scottate per un attimo tuffandole in acqua bollente, quindi scolate e stese su una garza , pestate per farne uscire il succo e stese sul callo, sulla verruca o sulla ferita per farla cicatrizzare. Rinnovare il cataplasma una volta al giorno.

Infuso
Lasciare in infusione per 5 minuti, in 100 ml di acqua bollente 1 g; colare e bere, Una tazza al giorno come emmenagogo per favorire le regole mensili e attenuare i dolori addominali.

Decotto
Cuocere per 15 minuti in 100 ml di acqua, 6 g.
- Per sciacqui boccali, applicare compresse per 30 minuti sulle parti interessate
- Come lenitivo per le mani screpolate, immergere le mani nel decotto per 10'.

T.M. (Tintura madre)
Preparazione: Si raccolgono i capolini in giugno-luglio, si frantumano ed immergono nella proporzione di 20 g su 100 ml in una soluzione idroalcoolica di grado opportuno ad ottenere una gradazione finale di 60°; si fa macerare per tre settimane, quindi si spreme e si filtra.

Indicazioni
Uso interno:
- Come emmenagogo nelle amenorree, nelle dismenorree e nelle irregolarità mestruali.
- Come colecistocinetico nelle patologie epatiche e delle vie biliari.
Prescrizione: 30-40gtt, 2-3 volte al dì, in un po' d'acqua.
Uso esterno:
- Come riepitelizzante nelle ferite, contusioni, piaghe, ustioni, ulcerazioni quando si rischia l'infezione batterica.
- Come antinfiammatorio, vulnerario e antiflogistico per l'apparato genitale (con azione batteriostatica nei confronti di Candida albicans, Trichomonas, Stafhylococcus aureus)
- Come antinfiammatorio per la cute, nelle dermatosi eritematose nell'eritema gluteo, nell'acne, nella rosacea e negli eritemi da agenti fisico-chimici. Applicare compresse imbevute sulle parti interessate dopo aver diluito 10 volte con acqua o crema.
- Nell'ipercheratosi del palmo della mano e plantare e nelle callosità plantari dolorose.

Oleoliti
come vulneraria nelle infiammazioni ed arrossamenti della pelle.

Olio essenziale
di difficile ottenimento, usato in modestissime quantità in profumi con tonalità agresti.

Bibliografia
- Boni e Patri, Scoprire riconoscere usare le erbe, Fabbri Editori, 1985
- Brigo Bruno, Fitoterapia e gemmoterapia nella pratica clinica, La Grafica Briantea, terza edizione, 1988
- Rossi Massimo, Tinture Madri in fitoterapia, Studio Edizioni Prima Edizione, 1992
- Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione dal Reader's Digest
- Bianchini - Corbetta - Pistoia, Le piante della salute, Oscar Illustrati Mondadori
- Chiej Roberto, Piante medicinali, Arnoldo Mondadori Editore, 1983
- Cecchini Tina, Enciclopedia delle erbe e delle Piante medicinali, De Vecchi Editore, 1973

24/08/09

SALVIA


SALVIA OFFICINALIS L.
Nome italiano: Salvia domestica, Erba sacra, Tè di Grecia
Nome inglese: Sage
Nome francese: Sauge officinale
Nome tedesco: Garten-salbei
Nome spagnalo: Salvia real

Famiglia Lamiaceae
Ordine Lamiales

Habitat
Regione Mediterranea in luoghi aridi e incolti fino a 800 m. Oggi è coltivata in tutta l'Europa.


Identificazione
Arbusto sempreverde da 30 a 80 cm. Suffruttice.

Radice: a fittone.

Fusto: quadrangolare, ramificato, pubescente.

Foglie: opposte, grandi, picciolate, rugose ovate oblunghe vellutate di grigio, persistenti, spesse, crenate.

Fiori: blu-violacei, grandi, da tre a sei per verticillo in spighe terminali con brattee violacee, caduche, calice bilabiato, corolla lunga a 2 labbra, l'inferiore trilobato.
Odore balsamico e sapore aromatico, molto visitate da api e bombi. Fioritura da maggio a luglio.

Storia
Tenuta in grande considerazione sin dai tempi più antichi è originaria del bacino del Mediterraneo ma venne coltivata fin dall'alto Medioevo come pianta aromatica e medicamentosa. La Scuola di Salerno la definiva "Salvia Salvatrix". Il suo nome deriva dal latino salus, salute, con riferimento alle sue proprietà curative e medicamentose. Da secoli impiegata nel trattamento della neurastenia e della diarrea, l'olio essenziale era usato come galattogogo.

Coltivazione
Preferisce terreni asciutti, calcarei, permeabili in luoghi caldi e protetti dal vento, si può coltivare anche in vaso.

Raccolta
Le foglie si raccolgono da aprile a luglio ben sviluppate e mondate prima della fioritura, e per uso immediato possono essere colte durante tutto l'anno nei climi miti, possono inoltre essere essicate in luogo ombroso ma perdono parte del loro aroma e vanno conservate in recipienti a chiusi ermeticamente o in sacchetti di carta o tela.
Le sommità fiorite si raccolgono tra maggio e agosto, tagliando i fusti a circa 10-20cm al di sotto dei fiori.

Costituenti
- Olio essenziale (1-2.5%) costituito principalmente da borneolo, canfora, cineolo e tuione), diterpeni, flavonoidi, acidi fenolici, tannini, triterpeni e sesquiterpeni, saponosidi e colina.
Proprietà Antisettico, antinfiammatorio, antispasmodico, antisudorifero, eupeptico, carminativo, coleretico, emmenanagogo, ipoglicemizzante, stimolante, stomachico, vulnerario, .

Usi
Tutte specie di salvia sono estremamente aromatiche, la salvia officinalis è importante anche dal punto di vista culinario, curativo, cosmetico. Efficace per regolarizzare i flussi mestruali, calma le reazioni dolorose e combatte i disturbi della menopausa, favorisce il concepimento.

Modalità d'uso
Foglie fresche, foglie essicate, polvere, infuso, sciroppo, estratto fluido, tintura, essenza, acqua distillata, enolito, estratto secco, suffumigi, sigarette.

Foglia fresca
- Strofinate sui denti e gengive insieme con un po' di sale finemente polverizzato vengono usate come dentifricio, puliscono i denti e purificano l'alito.
- Masticate fresche per curare infezioni della bocca e della gola.
- In cucina, per condire la carne di vitello (saltimbocca), gli arrosti di agnello e di maiale, il pesce (anguilla, trote), la selvaggina e i volatili.

Foglia essicata
- Usata per proteggere i tessuti dalle tarme.
- Le foglie secche recano sollievo se fumate nelle crisi asmatiche.

Infuso
Lasciare in infusione per 5 minuti, in 100 ml di acqua bollente 5-6 foglie fresche; colare e bere, eventualmente aggiungere una scorza di limone e 1 cucchiaino di miele.
Una tazza dopo i pasti principali come digestivo.
Due tazzine a distanza di 2 ore nei sudori notturni profusi.
3-4 tazzine nelle 24 ore per frenare la portata lattea e nelle piaghe ed ulcere varicose.
Per uso interno: come digestivo, stomachico, diuretico, antisudorifero, carminativo, colagogo, ipoglicemizzante, emmenagogo.

Decotto
Cuocere per 15 minuti in 1/2 litro di acqua, 20 g di foglie fresche di salvia.
Per uso esterno: in sciacqui e gargarismi nelle afte, infiammazioni boccali, gengive molli e sanguinanti e in clisteri nelle enterocoliti e rettiti..
In decotto si usava come detersivo per la presenza di saponine.

Enolito
40 g di foglie fresche in 1 litro di vino bianco o marsala. Lasciar macerare per 5 giorni.
Un bicchierino all'occorrenza come tonico, febbrifugo ed emmenagogo.

T.M. (Tintura madre)
Preparazione: Si raccolgono le foglie in giugno-luglio, prima della comleta fioritura, si frantumano ed immergono in una soluzione idroalcoolica di grado opportuno ad ottenere una gradazione finale di 55-60°; si fa macerare per tre settimane, quindi si spreme e si filtra.
Proprietà:
stimolanti generale, eupeptica, emmenagoga ormonale, antisudorale, antisettica ed ipoglicemizzante, decongestionante a livello pelvico per la sua ricchezza di estrogeni vegetali (6000 U.I. di estrogeni in un Kg. di droga).
Indicazioni
per uso interno:
- Come emmenagogo e leggero estrogenizzante nelle amenorree atoniche e nelle dismenorree.
- Sterilità funzionale e disturbi della menopausa.
- Diabete.
- Dispepsia atonica gastrointestinale.
- Come antisecretagogo e antisudorifero nelle iperidrosi delle mani e ascelle in particolare nei pazienti reumatici e convalescenti.
- Come antisettico e riepitelizzante e delle mucose in genere(cavo-orofaringeo)
Prescrizione: 10-40gtt, 2-4 volte al dì, in un po' d'acqua.
Controindicazioni: soggetti pletorici, ipertesi. Evitare dosi elevate durante l'allattamento.
Per uso esterno:
- Nella cura della forfora ribelle frizionata sul cuoio cappelluto.
- Come vulneraria, in lozione per ferite, contusioni e piaghe.

Estratto fluido
da 1 a 3 g. nelle 24 ore per ridurre i sudori e favorire le mestruazioni.

Olio essenziale
In profumeria come fissatore per profumi.
In cosmesi l'essenza viene usata nelle cosmposizioni cosmetiche bioattivanti e nelle paste dentifrice.
Nell'industria conserviera per preparare marmellate.

Bibliografia
- Bremness Lesley, Erbe, Fabbri Editori, 1994
- Boni e Patri, Scoprire riconoscere usare le erbe, Fabbri Editori, 1985
- Brigo Bruno, Fitoterapia e gemmoterapia nella pratica clinica, La Grafica Briantea, terza edizione, 1988
- Chiej Roberto, Piante medicinali, Arnoldo Mondadori Editore, 1983
- Corcos Renzo, Tornare alla Natura, Sugarco Edizioni, 1980
- Da Legnano L.P., Le piante medicinali, Edizioni Mediterranee, 1973
- Majr C., Erbe aromatiche, Athesia, 1982
- Rossi Massimo, Tinture Madri in fitoterapia, Studio Edizioni Prima Edizione, 1992)
- Sala Orietta, Tè e tisane, A. Vallardi, 1982
- Thomson William A.R., Salute dalla Terra, Idea Libri, 1981
- Piante Medicinali, Fabbri editori, 1980
- Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione dal Reader's Digest