07/01/12

BARDANA

Arctium lappa L.
Sinonimi: Arctium majus Bernh, Arctium major Gaertn.
Nome comune: bardana maggiore, lappola, gratta-gatto, erba tignosa
Nome inglese: great burdock
Nome francese: bardane
Nome tedesco: grosse klette
Nome spagnolo: bardana

Famiglia: Asterace
Ordine: Asterales


HabitatPianta spontanea in tutta Europa, Asia settentrionale e Nordamerica. Diffusa in tutta Italia dal mare alla regione montana fino a 1800 m escluse le isole, ai margine delle strade, tra i ruderi, nelle radure, nei luoghi incolti, in zone soleggiate, nei terreni ricchi di azoto (nelle vicinanze dei pascoli e del letame).

Identificazione
Pianta erbacea biennale, alta da 50 cm fino a 2 metri, fusto eretto, fiorifero, che continua a crescere anche durante la fioritura, 

Radice: fittone lungo e carnoso, bruno all'esterno, bianco all'interno. Inodore, sapore amaro-dolciastro

Fusto: eretto, robusto, carnoso, scanalato, molto ramificato.

Foglie: verde la pagina superiore, grigiastra e vellutata la pagina inferiore. Quelle basali molto grandi, lamina dentata, a forma triangolare, cuoriforme, nel primo anno di vegetazione produce solo foglie basali, foglie caulinari (del fusto fiorale) più piccole, spesso sessili.

Fiori: Infiorescenza formata da numerosi corimbi all'apice dei rami costituita da fiori color rosa-porpora riuniti in capolini peduncolati, globosi (fino a 4 cm di diametro), circondati da brattee rigide e uncinate che a maturazione aderiscono al pelo degli animali favorendone la disseminazione.
Fioritura: da luglio a settembre nel secondo anno di vegetazione.

Frutti: Acheni lunghi 6-7mm, bruni con macchie nere provvisti di pappo e setole corte.

Storia e miti
Il suo nome deriva dal greco "arktos" = orso, per il suo aspetto irsuto e "lambano" = io afferro, per la capacità dei suoi frutti di attaccarsi a qualsiasi cosa.
Usata già nel medioevo nel trattamento della gotta, nella tradizione popolare veniva usata soprattutto nel trattamento di foruncoli, crosta lattea e caduta dei capelli.
I capolini vengono usati come proiettili nei giochi dei bambini di campagna.

Parti usate
Foglie, radice (sapore dolciastro prima, amaro dopo)
Raccolta e conservazione
Radice: nell'autunno del primo anno di vegetazione o nella primavera del secondo anno prima che si formi lo scapo fiorale. Mondare dalle radichette laterali, tagliare a dischetti spessi o strisce di circa 1,5 cm, essicare al sole e conservare in recipienti di vetro.
Foglie: in maggio-luglio, prima della fioritura della pianta senza picciolo. Essicare in strati sottili all'ombra, muovendole spesso. Conservare in sacchetti di tela o carta.

CostituentiOlio essenziale, inulina, mucillagini, glucosidi flavonoidi, glucosidi amari (lappatina), resina, tannino, sali minerali (calcio, magnesio, potassio), fitosteroli, acidi fenolici, acido clorogenico (con azione bioattivante cutanea), vitamine del gruppo B.
Solo nelle foglie: principio antibiotico simile alla penicillina attivo sui gram +,

Proprietà Depurativo, diuretico, diaforetico, coleretico, uricosurico, ipoglicemizzante, antiforuncoloso, antiacneico, antiseborroico, antisettico-antibiotico contro i Gram positivi.

Indicazioni- acne, foruncolosi, dermatosi squamose, eczema, piaghe ulcerose, eritemi, psoriasi, tigna, scottature, esantemi (mrbillo, varicella, rosolia, scarlattina ecc...), seborrea (con caduta dei capelli)
- iperglicemia, diabete,
- reumatismi, gotta,
- calcolosi biliare,
- litiasi urinaria.

Modalità d'uso
Foglie fresche
Uso alimentare nelle insalate cotte. In Giappone si consumano le radici come ortaggi con il nome di gobo.
Uso esterno: schiacciate e applicate sulla pelle, con azione battericida nelle affezioni cutanee e per alleviare il dolore causato dalle punture di insetti e ragni.

Succo di foglie frescheIn frizioni in caso di capelli grassi.
Infuso di foglie
4 g in 100 ml di acqua. Bere una tazza al mattino a digiuno come diuretico e depurativo.

Decotto di radici4 g in 100 ml di acqua bollente. Bollire e tenere in infusione per 10'. Bere una tazza 3 volte al dì. Per favorire lo sfogo degli esantemi far bere un cucchiaio di decotto ogni 2 ore.
6 g in 100 ml di acqua bollente. Bollire e tenere in infusione per 10'. Bere due litri al dì tra i pasti in caso di gotta.
10 g in 100 ml di acqua bollente. Bollire e tenere in infusione per 10'. Per lavaggi e applicazione di compresse imbevute di decotto sul foruncoli, acne, varici, eczema e sulle parti doloranti in caso di reumatismi e gotta.
Decotto di foglie
Per applicazioni calde in caso di crosta lattea.

Tintura vinosa di radici
4 g in 100 ml di vino bianco. Macerare per 5 giorni. Due bicchierini al dì prima dei pasti.
Tintura idro-alcolica
20 g in 100 ml di alcool a 70°.Macerare 10 giorni. Bere 10-30 gocce pro-dose 2-3 volte al dì lontano dai pasti.
Tintura madre da radice fresca (titolata al 60%). Bere 30-50 gocce, 2-3 volte al dì
- dermatosi umide e purulente: acne, seborrea, eczemi, ulcere, impetigine,
- esantemi: morbillo, rosolia ecc. (ne favorisce lo sfogo),
- iperglicemia, diabete,
- iperuricemia, gotta,
- litiasi urinaria,
- stasi biliare.


Bibliografia
Alessandri Paolo Emilio, Droghe e Piante medicinali, Cisalpino-Goliardica
Brigo Bruno, Fitoterapia e gemmoterapia nella pratica clinica, La Grafica Briantea
L.P. Da Legnano,L piante medicinali nella cura delle malatie umane, Edizioni Mediterranee
David Hoffmann, Erbario olistico, Xenia Edizioni
Fra Domenico Palombi, La medicina dei semplici
Piante Officinali per infusi e tisane, ed. italiana del manuale Teedrogen di Max Wichtl a cura di Roberto della Loggia, OEMF spa
Mearelli, guida all'impiego terapeutico delle Tianture madri, gemmoderivati e oligoelementi.
Nelle erbe la salute, A Minardi e Figli
Padre Emilio Ratti, Fiori ed Erbe benedite il Signore, Alkaest
Pedretti Marzio, L'Erborista Moderno, Erboristeria domani libri
Pozzi Irene, Consigli utili di una erborista
Rossi Massimo, Tinture Madri in fitoterapia, Studio Edizioni
Schaunenberg-Paris, Le piante medicinali, Newton Compton Editori
Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione dal Reader's Digest
Scoprire, riconoscere, usarle le erbe, Fabbri Editore
Leclerc Henry, Lineamenti di fitoterapia
Messeguè, il mio erbario
Salute dalla terra, guida alle piante medicinali
Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione dal Reader's Digest

27/11/11

AGRIMONIA

AGRIMONIA EUPATORIA L.
Nome italiano: Agrimonia comune, eupatoria, erba vettonica
Nome inglese: agrimony, liverwort
Nome tedesco: kleiner odermennig
Nome francese: aigremoine eupatoire
Famiglia: Rosaceae
Ordine: Rosales

Habitat
Diffusa in tutta Europa settentrionale escluse le regoni artiche. Comune in Italia dalla zona mediterranea alla montagna, lungo le scarpate, nei fossi, al margine dei boschi, nei pascoli, vicino airuderi, fino a 1.000 m
predilige terreni argillosi e soleggiati.

Identificazione
Pianta perenne, alta da 30 cm a 80 cm.
Fusto: eretto, semplice, cilindrico, solcato, vellutato.
Radice: rizoma strisciante, contorto e pieno di radichette.
Foglie: lunghe fino a 10 cm, con la pagina superiore verde e la pagina inferiore grigiastra e tomentosa, con alla base due foglioline dette stipole inguainanti il fusto. Pennatosette con 5-9 foglioline ovali con margine dentellato. Quelle sul fusto alterne, più rade e quelle basali disposte a rosetta.
Fiori: Racemo terminale composto da numerosi fiori gialli, piccoli, corolla con 5 petali, 10-20 stami, 2 stili, calice composto da 5 sepali saldati, uncinati.
Fioritura da giugno a settembre.
Frutto: formato da 1 o 2 acheni conici, racchiusi nel calice i cui uncini permettono la disseminazione a cura degli animali al cui restano attaccati.
Odore poco aromatico; sapore amaro, agro.

Storia e miti
Il nome potrebbe derivare da agros=campo e monias=selvatico per la sua predilizione per questo tipo di habitat, oppure da argemone=albugine della cornea dell'occhio con riferimento alle proprietà oftalmologiche della pianta e Eupatoria potrebbe derivare da Mitridate Eupator, Re del Ponto, che nel I secolo a.C. la usava come antidoto dei veleni.
Pianta nota già al tempo degli gizi, anticamente veniva somministrata come antidoto al veleno dei serpenti e contro le malattie del fegato, i disturbi della vista e la perdita della memoria.

Parti usate
Sommità fiorite, foglie.

Raccolta e Conservazione
Durante la fioritura da maggio a settembre, tagliando il fusto qualche centimetro dal colletto. Essicare all'ombra a temperature non superiori a 40 gradi, appese in mazzetti in luogo areato. Conservare in vasi di vetro in luogo asciutto e fresco.

Costituenti
Tannino, olio essenziale, gomma, fitosterine, eupatorina, amari glicosidici, acido urosolico, acido nicotinico, acido silicico, cumarine, flaonoidi, polisaccaridi, ferro vitamine B, C e K.

Proprietà
Astringente, amaro-tonico, antinfiammatorio, anticatarrale, antidiarroico, antiartritico, antireumatico, coleretico, colagogo, depurativo, diuretico, antiallergico, vulnerario, cicatrizzante, antipruriginoso, decongestionante, antiemorragico, antivirale.

Indicazioni
- anemia, ferite, perdite ematiche, piaghe, screpolature,
- dermatiti, foruncolosi, orticaria (di origine allergica),
- oftalmie, congiuntiviti,
- angine, afte,  infiammazione della mucosa della cavità orale, ulcerazioni del palato e della lingua,
- raucedine, voce, mal di gola e laringiti,
- diabete, obesità,
- coliche renali, dolori ai reni,
- contusioni, distorsioni,
- reumatismi, lombaggini
- incontinenza urinaria, cistite,
- insufficienza epatica (come stimolante del flusso biliare),
- diarrea infantile, catarri intestinali, infiammazioni intestinali,
- indigestioni,
- emicrania.

Modalita d'uso

Polpa della pianta fresca
Schiacciate e applicate sulla zona interponendo una garza, in impacchi contro le oftalmie e l'orticaria.

Infuso
2-3g in 100 ml di acqua. Bere due-cinque tazze al dì.
Nell'insufficienza epatica e nei catarri intestinali, nelle indigestioni.
Decotto
10 g in 100 ml di acqua bollente. 3-5 tazze al giorno
Uso esterno
- sciacqui e gargarismi nel mal di gola, nella faringite e nelle raucedini,
- applicazioni in compresse, in caso di: contusioni e distorsioni, ferite, ulcere varicose, dermatiti
- pediluvi come defatiganti.

Decotto con vino rosso
200 g in di pianta secca in un litro di vino rosso. Far bollire 5 minuti e lasciare in infusione per un'ora.
Uso esterno: per lavare ulcere varicose e piaghe che ritardano a cicatrizzare a causa della presenza di funghi.
Tintura 20%
20g in 100 ml di alcool a 20°. Macerare per 5 giorni. Bere 2-3 cucchiai al dì diluiti in acqua.

Tintura madre
20 g in 100 ml di alcool a 60°. 50 gocce 3 volte al dì dopo i pasti.
Proprietà
- eupeptiche, ipoglicemizzanti, coleretiche e colagoghe,
- decongestionante e antinfiammatorie del cavo oro-faringeo,
- diuretiche, uricosuriche,
- antistaminiche, antipruriginose,
- antispastiche, astringenti,
- antidiarroiche, anti-infettive intestinali
- toniche dello sfintere vescicale

Indicazioni
- insufficienza epatica, colecistopatie, colelitiasi
- diarrea, enteriti catarrali, nelle trighomoniasi vaginali
- incontinenza urinaria
- reumatismo, congiuntiviti
- orticaria,
- afta, stomatiti, tonsilliti

Bibliografia
Da Legnano, Le Piante Medicinali, Edizioni Mediterranee Roma
Hoffman David, Erbario olistico, Xenia
Izzo Simone, Fitopratica, Giunti
Leclerc Henri, Lineamenti di fitoterapia
Mearelli, guida all'impiego terapeutico delle Tianture madri, gemmoderivati e oligoelementi
Messegue Maurice, Il mio erbario, Oscar Mondadori
Nelle erbe la salute (in herbis salus)
Padre Emilio Ratti, fiori ed erbe benedite il Signore
Pedretti, Come curarsi con le Erbe Medicinali, De Vecchi editori
Rossi Massimo, Tinture Madri in fitoterapia, Studio Edizioni
Salute dalla terra, Guida alle piante medicinali, idea Libri
Schaunenberg-Paris, Le piante medicinali, Newton Compton Editori
Scoprire, riconoscere, usarle le erbe, Fabbri Editore
Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione del Reader Digest
Tierra Michael, la salute con le erbe, Oscar Mondadori
Treben Maria, La salute dalla Farmacia del Signore

25/11/11

ERBA ROBERTA

GERANIUM ROBERTIANUM L.
Nome italiano: geranio di san Roberto, Erba rossera erba cimicina, Becco di gru.
Nome inglese: Robert herb
Nome tedesco: robertsgeraniumkraut
Nome francese: geranium herbe-a-Robert
Famiglia: Geraniaceae
Ordine: Geraniales

Habitat
Proviene dall'Algeria, Madagascar, Guinea. Diffusa in Europa, Asia, Africa seettentrionale. In Italia diffusa dal mare fino alla regione subalpina, in fessure di muri e rocce, burroni, nel sottobosco, in luoghi ombrosi, fino a 1.800 m

Identificazione
Pianta annuale, spesso biennale,alta da 10 cm a 50 cm.
Fusto: eretto o più frequentemente pubescente, sottile, rossastro, rigonfio ai nodi, specialmente alla base, ramoso, peloso in basso e glabro in alto.
Radice: fittone, corto, ramificato, bianco-rossastra.
Foglie: verde chiaro, leggermente pelose, triangolari, palmatosette, divise in 5 foglioline ovali a loro volta pennatosette con lobi variamente dentati, con apice acuto e base cuneata. Lungamente picciolate le foglie inferiori, con picciolo più corto quelle superiori e con lembo diviso in tre foglioline più piccole e meno incise.
Fiori: rosa-lilla violacei, riuniti a due a due su ogni peduncolo all'ascella dele foglie superiori. Calice con 5 sepali eretti con apice appuntito, esternamente pelosi e ghiandolosi, glabri al'interno, Corolla a 5 petali interi rosa striati di rosso e bianco, obovati-spatolati, lungamente ristretti alla base,10 stami con antere arancione, pistillo a 5 carpelli, 5 stimmi porporini all'estremità di un becco (uncino).
Fioritura da aprile a settembre. La pianta non sopravvive dopo la sua fioritura.
Frutto: schizocarpo lungo 2 cm, terminante con un becco a punta, con superficie pelosa e reticolata, e composto da 5 acheni che vengono espulsi per la brusca scissione del becco.
Odore forte, acre, sgradevole (da qui il nome erba cimicina); sapore amaro, astringente.

Storia e miti
In nome geranium deriva dal greco geranos = gru ed è comune a circa una trentina di specie europee, i cui fiori si somigliano molto e portano al loro centro un frutto, composto da 5 carpelli simile al becco della gru. Alcuni ritengono che robertianum sia una alterazione di rupertianum, in onore di San Ruperto, vescovo di Strasburgo nel VII secolo, che avrebbe scoperto le proprietà emostatiche di questa erba rossa; altri, invece ritengono che il nome derivi dal latino ruber = rosso.
In antichità veniva usata per frenare le emorragie interne.
Nel XII secolo faceva parte dei rimedi vegetali raccomandati dall'abbadessa di un monastero benedettino divenuta poi Santa Ildegarda.

Parti usate
Parti aeree, fresche o essicate.

Raccolta e Conservazione
Durante la fioritura da aprile ad agosto tagliandola a pochi centimetri dal colletto. Essicare all'mbra, in mazzi appesi in luogo aerato oppure in strati sottili. Conservare in sacchetti di carta o tela.

Costituenti
Tannino, olio essenziale, potassio, resina, una sostanza amara, acidi organici, vitamina C.

Proprietà
antispasmodico, antidiarroico, antiemorragico, astringente, antinfiammatorio, diuretico, emostatico, ipoglicemizzante, tonico, vulnerario, cicatrizzante, parassiticida.

Indicazioni
- afta, angina, stomatiti, glossiti
- ferite, piaghe,
- oftalmie
- dermatosi,
- emottisi,
- diabete,
- mestruazioni abbondanti,
- diarrea, inifammazioni intestinali di origine infettive, gastro-enterite,
- nefrite, litiasi renale, gotta
- raucedine,
- edemi alle gambe,
- nevralgie facciali
- ingorgo dei seni.

Modalita d'uso

Foglie fresche
Schiacciate, come vulnerarie per guarire i tagli e le piaghe, in impacchi contro le oftalmie.

Infuso
2-3g in 100 ml di acqua. Bere due-tree tazze al dì.
Come astringente intestinale e moderatore del flusso mestruale.
Uso esterno: 6g in 100 ml di acqua. Per:
- sciacqui e gargarismi nelle infiammazioni delle mucose della bocca e della gola,
- applicazioni di compresse imbevute di infuso per cicatrizzare ferite, piaghe,
- applicazione di tamponi di cotone imbevuti di infuso diluito in caso di perdite di sangue dal naso.

Decotto
5-10 g in 100 ml di acqua bollente.
Uso esterno
- sciacqui e gargarismi nel mal di gola e nelle raucedini.

Tintura 20%
20g in 100 ml di alcool a 60°. Macerare per 5 giorni. Diluire 5/10 volte con acqua e usare come l'infuso.

Controindicazioni:
l'ingestione di preparati destinati all'ingestione, può talvolta dare disturbi di stomaco.


Bibliografia

Ganni Proserpio, Coex vegetabilis, Sinerga, Studio Edizioni
Nelle erbe la salute (in herbis salus)
Rudolf Weiss, Trattato di fitoterapia, Aporie
Salute dalla terra, Guida alle piante medicinali, idea Libri
Schaunenberg-Paris, Le piante medicinali, Newton Compton Editori
Scoprire, riconoscere, usarle le erbe, Fabbri Editore
Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione del Reader Digest
Valnet Jean, Cura delle malattie con le essenze delle piante, Aldo Martello-Giunti

29/06/11

NOCE

JUGLANS REGIA L.
Nome italiano: noce comune
Nome inglese: walnut tree
Nome tedesco: walnussbaum
Nome francese: noyer commun
Famiglia: Juglandaceae
Ordine: Juglandales



Habitat
Originaria dell'Asia diffusasi in tutta Europa, in tutta Italia dalla pianura alla montagna, fino a 1.000 m.  Nell'Italia Meridionale soffre per il caldo estivo. Vive nei campi, giardini e parchi. 
Coltivato in tutta Europa per i suoi frutti ed il suo legno pregiato nei terreni profondi e freschi ma no umidi.

Identificazione
Albero con ampia chioma, quasi rotonda. Alto da 10 a 25 m.

Fusto: tronco diritto rivestito da corteccia color bianco cenere, solcata da spaccature più scure, la corteccia dei rami è liscia.

Radice: con eleganti venature usata in lavori di intarsio.
Foglie: alterne, imparipennate, con 5-7 foglioline ellittiche, acuminate, penninerve, coriacee, colore verde scuro, nervature della pagina inferiore ricoperte da leggera peluria.






Fiori: pianta monoica con fiori maschili verdognoli in amenti pendenti, derivanti da gemme dell'anno precedente, femminili con ovario oblungo, all'apice dei nuovi rami, il perianzio è pentalobato.
Fiorisce in aprile-maggio.
Frutto: drupa carnosa esternamente con endocarpo legnoso, verde prima e nero poi. Seme rugoso e oleoso (noce). Maturano in autunno.
Odore debolmente aromatico.






Storia e Miti
Juglans dal latino glans Jovis=glande di Giove.
I Romani piantavano questa pianta vicino alle loro case per avere cibo, legna e frescura in estate.

Parti usate
Foglie, mallo o copertura del frutto immaturo, gherigli.

Raccolta e Conservazione
Foglie: senza il picciolo da maggio fino ad agosto.
Mallo: a  seconda dell'utilizzo a metà giugno quando le noci sono ancora immature oppure a luglio-agosto.
Linfa: in primavera staccando i ramoscelli giovani del noce..
Essiccare all'ombra.
Conservare in saccetti di carta o tela.

Costituenti
Foglie: Tannino, juglone, inosite, idroiuglone, olio essenziale, acido gallico, acido linoleico, acido linolenico e oleico, sostanze amare.
Mallo: Juglone, vitamina C.
Gherigli: vitamina B, proteine, grassi, zuccheri assimilabili, sali minerali.

Proprietà
Antidiabetico-ipoglicemizzante, amaro, stomachico, tonico-astringente, depurativo, antidissenterico, antiscrofoloso, antisudorifero, antisettico, galattofugo, vermifugo, antiartritico, colagogo, antifungino, antiparassitario.
Noci: ricostituente

Indicazioni
Foglie:
- diabete,
- gotta, reumatismi,
- scrofolosi, rachitismo,
- linfatismo,
- diarrea,
- astenia
- tenia
Uso esterno:
- stomatite, gengivite, laringite
- suppurazione di unghie di mani e piedi,
- iperidrosi (eccessiva sudorazione) di mani e piedi,
- leucorrea (perdite bianche),
- caduta dei capelli, pidocchi del capo,
- geloni, eczemi umidi.

Modalità d'uso

Infuso
4 g in 100 ml di acqua bollente. Tenere in infusione 15 minuti. Bere una tazza 3-4 volte al dì a digiuno.
Decotto
50 g di foglie sminuzzate in un litro di acqua bollente, far bollire 30'. Filtrare, utilizzare negli sciaqui per bocca, gargarismi, irrigazioni del naso e lavande vaginali (perdite bianche), impacchi alle palpebre in caso di blefarite, impacchi per erpete, bagni per geloni o rossori alle mani e ai piedi, lavaggi e compresse per eczemi, eruzioni cutanee, psoriasi, piaghe atone, scabbia e tigna.
Bagni contro i sudori ai piedi e mani; sciacqui ai capelli per scurirli, renderli lucenti e morbidi.
Decotto di corteccia: mettere due manciate di corteccia fresca o secca in un litro d'acqua. Bere due tazze al dì come vermifugo.

Enolito
Macerare 50g di foglie fresche in un litro di vino bianco per 8 giorni. Bere un bicchierino dopo i pasti, come tonico prima dei pasti.

Foglie fresche pestate
su piaghe, eczemi, infezioni agli occhi, afte, foruncoli, ascessi, ulcere ed edemi.
Strofinare le foglie fresche su viso, mani, e arti per tenere lontano gli insetti.
Da foglie e corteccia si ottengono anche tinture vegetali per capelli.

Corteccia: utilizzata come vermifuga.

Scorza dei rami giovani: sciacciata ed applicata sulle verruche e sui calli per farli cadere.

Linfa fresca: un cucchiaino da caffè al dì, al mattino a digiuno, come depurativa.

Germogli di noce: si usano per preparare unguenti per prevenire la caduta dei capelli e combattere la forfora.

Infiorescenze: hanno attività vasocostrittrice sui capillari, antiemorragica nelle mestruazioni abbondanti.

Mallo non maturo: masticare in caso di nevralgia dentaria.
Macerare per 10 giorni per ottenere una sostanza colorante usata per preparare gli abbronzanti.

Olio di gheriglio:
E' commestibile ma irrancidisce facilmente ed essendo molto grasso è sconsigliato alle persone obese e agli ipercolesterolemici. Usato contro i vermi intestinali.
Viene usato come essicativo in pittura.

Olio di mallo: nelle bruciature da sole e impetigene.
Gherigli ancora verdi o maturi:
alimento tonico per magri. Essicati sono meno digeribili perchè i grassi si concentrano col passare del tempo e può diventare irritante per il sistema digerente.
Se ne estrae un olio per uso alimentare ottimo in cucina.
I gherigli possono essere messe in insalata, nei dolci.
Acquavite di Noce
Tagliare 500 g di mallo di noce, riempire una bottiglia dal collo largo, aggiungere un litro di acquavite di grano fino a coprire le noci di due o tre dita. Mettere la bottiglia ben chiusa per tre mesi. Filtrare e travasarlo in altre bottiglie. Mescolare a 3 litri di vino, zuccherare. Prendere un cucchiaino da dessert come stomachico.
Nocino
Tagliare 250 g di noci verdi con il mallo in quattro parti, riempire una bottiglia dal collo largo, un litro di acquavite di grano fino a coprire le noci di due o tre dita. Mettere la bottiglia ben chiusa per 30-40 giorni al sole, aggiungere 3 chiodi di garofano, 2 g di scorza di cannella, un pezzetto di bacello di vaniglia o 10 g di petali di rose, la scorza lavata di metà arancia (non trattata chimicamente), lasciar riposare qualche giorno, filtrare e aggiungere 250 g di zucchero.

Altri usi:
In campagna si usano le foglie e la corteccia in decotto per umettare il manto degli animali da stalla come repulsivo contro i tafani. Mettere nella cuccia del cane foglie di noce per proteggere il cane dagli insetti.

Note
Il suo legno pregiato viene impiegato in falegnameria, nella fabbricazione di mobili.

Bibliografia
Da Cartosio Giorgio, La salute nelle piante e nelle erbe
Da Legnano L.P., Le piante medicinali
Fra Domenico Palombi, La medicina dei semplici
Gambioli Cleto, curarsi con erbe e piante
Messegue, il mio erbario, Mondadori
Minardi e Figli, Nelle erbe la salute (in herbis salus)
Palma Luigi, Fitoterapia essenziale
Pedretti Marzio, L'Erborista moderno, Erboristeria Domani - Libri
Piante medicinali, Green Garden
Piante Medicinali, Fabbri Editori
Ratti Emilio, Fiori ed erbe benedite il Signore, Alkaest
Scoprire, riconoscere, usarle le erbe, Fabbri Editore
Shauenberg, Le piante medicinali, Newton compton editori
Tierra Michael, La salute con le erbe, Mondadori
Treben Maria, La salute dalla Farmacia del Signore, Ennsthaler
Valnet Jean, Fitoterapia, cura delle malattie con le piante, Aldo Martello - Giunti

27/06/11

HORNBEAN - Fiore di Bach n. 17

Nome inglese: HORNBEAN
Nome latino: Carpinus betulus
Nome italiano: Carpino bianco

Rimedio n. 17

"Per quelli che non si sentono molto forti mentalmente e fisicamente, per sopportare il peso della loro vita, le occupazioni della vita quotidiana sembrano loro troppo dure, benchè generalmente essi riescono a fare il loro dovere.
Per quelli che credono che qualche parte della loro mente o del loro corpo debba essere fortificata perchè possano facilmente compiere il loro lavoro." Hedward Bach

Questo fiore è indicato per le persone che si sentono stanche mentalmente tali persone, hanno spesso la sensazione di aver passato la notte in bianco e al mattino si sentono più stanche di quando sono andate a dormire, questo le fa dubitare di riuscire ad affrontare gli impegni della giornata, invece nel corso della giornata riescono a portare a termine tutti i loro compiti.
Queste persone hanno spesso una vita monotona, ripetitiva, organizzata nei minimi particolari.
Viene chiamato il rimedio del "lunedì mattina" perchè il senso di fatica viene percepito spesso all'inizio della nuova settimana.
Per affrontare la giornata queste persone fanno uso di caffè e té o altri stimolanti.
E' il rimedio adatto a coloro che sono stati per molto tempo malati o agli studenti che hanno passato molto tempo sui libri prima di un esame o a chi passa troppo tempo davanti alla televisione e sente la testa vuota e pesante.

L'uso di questo fiore aiuta ad uscire dalla routine, a cambiare il proprio modo di vivere, a seguire le proprie idee a ridare limpidezza alla mente ed a liberare dalla pigrizia fisica e mentale a vivere con soddisfazione. E' utile dedicarsi ad attività diverse da quelle che si fanno abitualmente per rompere la monotonia.

22/06/11

ORIGANO

ORIGANUM VULGARE L.
Nome italiano: origano comune, rigano, erba acciuga, maggiorana selvatica
Nome inglese: organy
Nome tedesco: oregano
Nome francese: origan vulgaire
Famiglia: Lamiaceae ex Labiateae

Habitat
Comune in Europa e Asia Occidentale in Italia vive dal mare alla montagna fino a 2000 m, nei prati aridi e asciutti, tappeti erbosi, terreni incolti, sassosi, pendii soleggiati.
In Italia del Sud l'aroma è intensificato. Coltivato.

Identificazione
Pianta erbacea perenne, pelosa alta da 40 a 70 cm.

Fusto: sdraiato nella parte basale poi eretto, angoloso, vellutato, spesso rossastro, ramificato nella parte alta, con cauli laterali ascendenti che portano solo foglie, gli altri portano l'infiorescenza.

Radice: rizoma lignificato, strisciante orizzontalmente, brunastro.

Foglie: brevemente picciolate, opposte, ovali-allungate con base arrotondata, verde cenerina la pagina superiore, verde pallido quella inferiore, superficie spesso glabra, talvolta appena pelosa,  margine lievemente dentato, punteggiate di ghiandole essenziere.

Fiori: in spighe riunite in pannocchia terminale all'apice del fusto. Alla base di ogni fiore è presente una brattea ovale rossiccia, calice tubulare con cinque denti, peloso alla fauce; corolla tubulare, colore bianco o rosato, terminata alla fauce da quattro lobi subeguali.
Fiorisce da giugno a settembre.
Pianta mellifera.

Frutto: tetrachenio, liscio, bruno, racchiuso nel calice persistente.

Odore intenso; sapore forte aromatico che varia a secondo del clima della zona in cui cresce: sapore più forte e quasi piccante quello che nasce e cresce in Italia Settentrionale e più aromatico e meno piccante quello che cresce nell'Italia Centro-Meridionale,.

Coltivazione per seme ad aprile, per divisione di cespi radicati, staccati da piante adulte.

Storia e miti
Il nome scientifico deriva dal greco "oros"= montagna, e da "ganos" = splendore.
Nell'antico Egitto era sacro al dio Osiride, i partecipanti ai riti religiosi si cingevano le fronti con corone di origano intrecciate. Greci e romani lo usavano per curare i nervi e le mestruazioni dolorose.
Virgilio nell'Eneide racconta che Venere usò l'origano per curare le ferite del figlio.
Parti usate
Sommità fiorite, essenza.

Raccolta e Conservazione
Da giugno a settembre quando la maggior parte dei fiori è aperta la mattina, con tempo asciutto.
Recidere i fusti a 10-20 cm sotto l'infiorescenza evitando le parti indurite.
Riunire le sommità in mazzi, essicare all'ombra in luogo aerato e conservare in recipipienti di vetro o porcellana.

Costituenti
olio essenziale (timolo, carvacrolo, terpinene, cimene, linalolo, borneolo). tannini, flavonoidi, acidi fenolici, acidi triterpenici.

Proprietà
Eupeptico, aperitivo, tonico-digestivo, stomachico, carminativo, antispasmodico, sedativo, stimolante nervoso, antisettico, bechico, espettorante, antisettico delle vie respiratorie, diuretico, aromatizzante, diaforetico, emmenagogo.
Uso esterno: parassiticida, antalgico, disinfettante.

Indicazioni
aerofagia, dispepsia, inappetenza, atonia gastrica, indigestione,
fermentazione intestinale, spasmi intestinali,
asma, bronchiti croniche, tosse spasmodica, catarro, tracheite, infiammazione della bocca,
raffreddori, emicrania e nevralgie, influenza,
nervosismo, insonnia,
reumatismi acuti o cronici, reumatismi muscolare,
amenorrea
uso esterno:
afte, infiammazioni della linua
tagli e ferite infette,
pediculosi
reumatismi muscolari e articolari, distorsioni e lussazioni.

Polvere
2-3 g in acqua nelle flatulenze intestinali.
Uso esterno, polvere di sole foglie: come dentifricio in polvere.
Polvere di foglie come starnutatoria, e decongestionante della mucosa nasale intasata.

Infuso
2-4 g in 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 10-15 minuti. Bere 2-3 tazze al dì, prima, durante o dopo il pasto a seconda della funzione.
Nell'inappetenza, aerofagia, come digestivo, affezioni bronchiali, mestrui dolorosi, emicrania.
Uso esterno: (7-10 g in 100 ml) per inalazioni ed aspirazioni nasali nella coriza; per pediluvi come stimolante per estremità affaticate e deodorante per pelli impure, per sciacqui e gargarismi, per frizioni nelle nevralgie e per suffumigi in caso di raffreddore e mal di testa causato dal catarro presente nei seni frontali..

Decotto
5 g in 100 ml di acqua. Per sciacqui e gargarismi.
Uso esterno su eczemi e piaghe, punture d'insetti, come deodorante e defatigante in pediluvi, in impacchi per reumatismi.

Tintura
20 g in 100 ml di alcool a 60°. Macerare per 5 giorni. Bere 10 gocce 3 volte al dì dopo i pasti in poca acqua.

Enolito
50 g in 100 ml di vino. Macerare per 10 giorni. Bere 2-3 bicchierini nel raffreddore e tosse, leggermente diuretico.

Oleolito di foglie
20 g di foglie essicate all'ombra in 100 ml di olio di oliva. Lasciar macerare per 15 giorni oppure far bollire per mezz'ora a bagno-maria, filtrare con un telo fine.
Frizionare in caso di nevralgie, dolori intercostali, alle cartilagini articolari, indolenzimento muscolare.
Nota: efficace come parassiticida (pediculosi), e nella rogna del cane.

Sciroppo
2-3 cucchiai al giorno come espettorante nella tosse.

Olio essenziale
Una goccia su batuffolo di cotone nel cavo del dente guasto dolorante come antisettico. Strofinato sulla fronte e sulle tempie nel mal di testa, sulle parti doloranti nei reumatismi e nei dolori muscolari.

Foglie fresche
un sacchetto di tela di foglie fresche scaldate e poste attorno al collo nel torcicollo.

Alimentare
Come condimento di acciughe, anguilla arrostita, carne di maiale, agnello, carne alla pizzaiola, bistecche, formaggi, mozzarella, pizze, schiacciate, insalate, frittate, funghi trifolati, peperoni, zucchine, pomodori crudi o al forno, fagioli lessati, melanzane, zucchine, insalate.
Nell'industria conserviera e della salsa di pomodoro, degli aceti aromatici, liquoreria.

Profumeria
Nei profumi e nei saponi.

Bibliografia
Fra Domenico Palombi, La medicina dei semplici
Da Cartosio Giorgio, La salute nelle piante e nelle Erbe
Gambiali Cleto, Curarsi con le piante, A. Vallardi
Hoffman David, Erbario olistico, Xenia
Lonardoni, Lazzarini, Elementi di Erboristeria, Guide Pratiche Edagricole
L.P. Da Legnano, Il libro completo delle Erbe e Piante Aromatiche, Mediterranee
Messegue, il mio erbario, Mondadori
Nelle erbe la salute (in herbis salus)
Padre Emilio Ratti, fiori ed erbe benedite il Signore, Alkaest
Palma Luigi, Fitoterapia essenziale, Palma Editore
Pedretti Marzio, Erbe Medicinali, De Vecchi Editore
Piante Medicinali, Fabbri editori
Proserpio Gianni, Il nuovo Codex Vegetabilis, Studio Edizioni
Schaunenberg-Paris, Le piante medicinali, Newton Compton Editori
Scoprire, riconoscere, usarle le erbe, Fabbri Editore
Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione del Reader Digest
Valnet Jean, Cura delle malattie con le essenze delle piante

05/06/11

VITAMINE LIPOSOLUBILI

VITAMINA A o RETINOLO
Non si trova in natura allo stato puro ma compare dopo la trasformazione del BETACAROTENE o provitamina A, da parte del fegato.
E' necessaria per una crescita normale delle ossa e dei denti, protegge i tessuti dell'epidermide e delle mucose (bocca, naso, gola, polmoni) riducendo la possibilità di infezioni e impedisce l'indurimento della cornea, favorisce la visione notturna. Favorisce la secrezione dei succhi gastrici necessari alla digestione delle proteine.
RDA: 5000 U.I.
Fonti vegetali di carotenoidi: carota, prezzemolo, spinaci, broccoli e bietole.
Fonti animali: olio di fegato di pesce, panna, burro.

VITAMINA D2 o ERGOCALCIFEROLO VIT. D3 o COLECALCIFEROLO
Può essere assunta sia attraverso il cibo che con l'esposizione alla luce solare, infatti l'azione dei raggi ultravioletti attiva una forma di colesterolo che si trova nella pelle e la trasforma in vitamina D.
Regola l'assimilazione del calcio e del fosforo e favorisce l'accumulo di queste sostanze nelle ossa e nei denti, la sua carenza provoca nel bambino rachitismo (deformazioni scheletriche). E' utile per mantenere un sistema nervoso stabile.
RDA: 12 - 15 U.I
Manca nel regno vegetale dove si trova soltanto la sua provitamina in tracce nei semi di cacao e nei lieviti.
Fonte animale: Rosso d'uovo, frattalie, midollo osseo, fegato, latte.

VITAMINA E o TOCOFEROLO
Attiva il buon funzionamento dei muscoli e lo sviluppo delle ghiandole genitali.
Evita che gli acidi grassi saturi e la vitamina A si scompongano e combinino con altre sostanze diventando nocivi. Ha un'azione anti-ossidante ritardando l'invecchiamento cellulare, inibise la coagulazione del sangue, rinforza le pareti dei capillari, migliora la circolazione sanguigna aumentando la dilatazione dei vasi, previene la formazione di cicatrici esterne ed interne, stimola la secrezione urinaria, previene gli aborti e incrementa la fertilità maschile e femminile. Rimuove i depositi di calcio dalle arterie, incrementandone il deposito nelle ossa.
RDA: 12-15 U.I.
Fonte vegetale: embrioni dei cereali (semi interi crudi), crescione, lattuga, olii vegetali spremuti a freddo, noci, soia.
Fonti animali: fegato, frattaglie.

VITAMINA F
Acidi grassi polinsaturi che non possono essere sintetizzati dal nostro organismo e debbono essere introdotti con la dieta: acido linoleico e acido linolenico.
Utile nella cura di ustioni, eczemi, crosta lattea. Indispensabili per un regolare metabolismo del colestrolo e dei trigliceridi. Sono necessari per una normale attività della tiroide e delle surrenali. Nutrono le cellule della pelle e mantengono in salute mucose e nervi.
Il suo effetto è potenziato dalla vitamina E.
Fabbisogno: 1% delle calorie totali.
Fonti vegetali: olio del frutto di olivo, oli di semi di: lino, uva, soia, girasole, noce, mais, arachide, borragine, enothera.

VITAMINA K
Le vitamine K1 e K2 sono prodotte da alcuni batteri della flora intestinale.
E' indispensabile per la formazione della protrombina, sostanza necessaria per la coagulazione del sangue. Importante per il normale funzionamento del fegato.
Fonte vegetale: legumi verdi, alfa-alfa, erba medica, foglie verdi delle crocifere, spinaci, alga kelp, melasse scure, olio di semi di cartamo.
Fonte animale: latte di vacca, yoghurt, kefir, latte acidofilo, tuorlo d'uovo, olio di fegato di pesce.
Nota: La vitamina K3 è sintetica e viene somministrata a pazienti che non riescono ad utilizzare la vitamina K prodotta naturalmente per carenza di bile.

Bibliografia
Dunne Lavon I, Almanacco della nutrizione, Nutrition Search, Inc.
Pandiani, Watts, Guida al corretto utilizzo di vitamine e minerali nella nutrizione, Tecniche Nuove
Pedretti Marzio, Chimica e farmacologia delle piante medicinali, Studio Edizioni
Pedretti Marzio, L'erborista moderno, Erboristeria domani Libri
Quaderni di erboristeria, Clesav
Shaunenberg, Paris, Le piante medicinali, Newton Compton Editori