18/01/10

Principi attivi delle piante medicinali

Droghe (termine che, attualmente, viene usato per definire le sostanze stupefacenti o psicotrope) sono le piante officinali e più esattamente alcune parti di esse, più ricche in principi attivi, raccolte e conservate in modo corretto.

I principi attivi sono dei “costituenti secondari” cioè dei prodotti insoliti delle piante di cui spesso non è chiaro il ruolo all’interno della pianta e che sono abbondanti soltanto in alcune specie e si accumulano solo in alcuni organi della pianta. I costituenti primari delle piante sono invece quelli indispensabili per la loro crescita (zuccheri, proteine, sali minerali, oligoelementi).

I principi attivi devono la loro azione curativa ad un gruppo di sostanze, caratterizzabili chimicamente, che vengono prodotte dalle cellule della pianta nel corso del loro normale metabolismo:

• Mucillagini,
• Gomme, gommoresine
• Resine, Oleoresine (o Balsami)
• Principi amari
• Glucosidi (cardiotonici, antrachinonici, solforati, flavonici, cianogenetici, ad arbutina e metilarbutina, della serie salicilica)
• Tannini
• Saponine
• Alcaloidi
• Olii essenziali
• Vitamine
• Acidi organici

I principi attivi sono condizionati da diversi fattori quali:

• Clima (luce, temperatura, acqua),
• Costituzione del terreno (pH, tipo di minerali presenti),
• Fattori biotici (interazione tra organismi animali ed umani e vegetali),
• Stadio di sviluppo della pianta (le piante vanno raccolte in un periodo detto “ tempo balsamico” durante il quale si ha una concentrazione maggiore di principi attivi che corrisponde al periodo in cui l’accrescimento della pianta è giunto al termine)
• Mutazioni genetiche ecc.

La cattiva conservazione delle droghe che normalmente vengono usate allo stato secco comporta l’alterazione dei principi attivi:

• ossidazione ed evaporazione (soprattutto per gli olii essenziali),
• polimerizzazione (si forma una molecola lunghissima a partire da molte piccole molecole),
• alterazioni enzimatiche (idrolisi o ossidazioni che portano a prodotti con attività diversa, in alcuni casi migliore, del prodotto naturale),
• imbrunimento (dovuto ad ossidazioni – favorito dall’Ossigeno ed impedito dalla presenza di sostanze come l’acido ascorbico)
• irrancidimento (alterazione dei grassi).

Ciò accade perché i processi biochimici continuano a svolgersi nei tessuti delle piante anche dopo la loro raccolta. Tali processi rallentano quando l’acqua scende ad un livello inferiore al 5%. Quindi per conservare bene le droghe occorre essiccarle. Esistono diversi metodi di essicazione:

• a temperatura ambiente (lontano dai raggi solari)
• mediante il calore (a 55°-60° per non danneggiare i principi attivi)
• con la liofilizzazione (usata quando la droga contiene principi attivi termolabili, la droga viene congelata rapidamente e sottoposta a vuoto spinto)
• mediante congelamento (che rallenta le attività enzimatiche)
• con aggiunta di prodotti chimici (che inibiscono gli enzimi)
• la sterilizzazione (in stufe a 80°-100° da 30’ a qualche ora, in questo modo gli enzimi vengono inattivati in modo irreversibile)

Le piante contengono numerosissime sostanze organiche, alcune di esse sono direttamente attive sui tessuti, altre agiscono come sinergici cioè potenziano o inibiscono la solubilità, l’assorbimento e la tossicità del principio attivo. Perciò i principi attivi di una droga esercitano la loro azione terapeutica non come tali, ma in quanto composti che interagiscono con innumerevoli altre sostanze.

La ricerca e l’isolamento dei principi attivi contenuti nelle droghe vegetali è utile consente di chiarire l’azione biologica di tutta la pianta e di spiegare alcuni dei suoi effetti osservati attraverso la pratica empirica ma è limitata perché, spesso l’effetto dei componenti isolati non si riproduce integralmente nell’azione della pianta intera: cioè tutto il fitocomplesso ha più effetto del principio attivo isolato.

La prevedibilità degli effetti biologici è illusoria in quanto la risposta individuale a uno stesso principio attivo è molto variabile.

La droga in toto agisce prevalentemente svolgendo una funzione nutritiva e di riequilibrio dell’omeostasi cellulare e tissutale: il suo effetto mira a coadiuvare le funzioni vitali della cellula piuttosto che a sopprimerne alcune quindi agisce in modo dolce, non violento.

Bibliografia


Marzio Pedretti, Chimica e farmacologia delle piante medicinali, Edagricole
Marzio Pedretti, L'Erborista moderno, Erboristeria domani libri Morelli I., I principi attivi delle Piante medicinali, Edagricole
Ivano Morelli. Principi attivi delle piante medicinali, Edagricole

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