27/05/11

CAMOMILLA

MATRICARIA CHAMOMILLA L
Sinonimi: Matricaria recutita L. Chamomilla recutita (L.) Rausch.,
Nome italiano: Camomilla comune, matricaria
Nome inglese: Scented mayweed
Nome tedesco: Kamille, Echte Kamille
Nome francese: Petite camomille
Famiglia: Asteraceae ex Compositae

Habitat
Diffusa in tutta Europa, Asia settentrionale, in Italia vive dalla pianura fino alla zona submontana, nei campi di frumento, nei terreni incolti, ai margini dei viottoli di campagna, tra i ruderi, nelle zone asciutte, sassose e soleggiate. Non oltre 1.500 m.

Identificazione
Pianta annuale, alta da 20 a 50 cm.
Fusto: eretto, più o meno ramificato in basso, molto ramificato in alto, prostrato alla base, verde, striato, glabro.
Radice: fittone.
Foglie: alterne, verdi, bipennatosette, incise  in sottili lacinie, brevi, appuntite, sessili glabre.
Fiori: bianchi con centro giallo, riuniti in capolini sottilmente peduncolati, a loro volta riuniti in un corimbo terminale. Ogni capolino e laro 4-6 mm ed è formato da fiori centrali gialli, tubulosi, con cinque lobi alle sommità, ermafroditi, e fiori periferici bianchi, femminili, a ligule con due profondi solchi, che tendono a piegarsi verso il basso, tutti posti su un ricettacolo conico, cavo la cui forma è molto evidente e massima al termine della fioritura, il tutto è circondato da un involucro di squame disposte in più serie con margine scarioso.
Odore aromatico penetrante che cambia con l'essicazione, sapore amaro.
Fiorisce da maggio a ottobre. Al termine della fioritura le ligule bianche dei capolini, sono rivolte verso il basso.
Frutto: Achenio grigiastro, subcilindrico, arcuato, lisci sulla parte convessa e con 5 coste chiare sulla parteconcava, lungo 1mm, senza pappo.

Storia e miti
Il suo nome generico Matricaria deriva dal latino "matrix -icis" = utero indica le sue proprietà sulla muscolatura dell'utero, altri sostengono derivi da "mater" = madre.
Gli Egiziani l'avevano consacrata al dio sole, Rha. Conosciuta ai tempi di Dioscoride e Galeno nel II secolo d.C. dove veniva usata nelle cefalee, per favorire la sudorazione e calmare i nervi. La medicina Araba prescriveva un olio per frizioni. Ippocrate la consigliava per facilitare il parto.

Parti usate
capolini fioriti (calatidi).
in commercio si trovano:
- qualità extra, camomilla scelta o bottonata: capolini senza peduncolo.
- qualità inferiore, camomilla con peduncoli: capolini con gambi e foglie.
- ultima qualità, camomilla setacciata o polvere: fiori staccati dal ricettacolo.

Raccolta e Conservazione
da maggio a luglio prima della fioritura, recidendoli alla base del capolino con peduncolo cortissimo con le unghie o a pettine.
Si essicano all'ombra in ambienti aerati disponendoli in strati sottili. Si vagliano per separare i fiori che si sono separati dal ricettacolo durante l'essicazione. Maneggiare con cura perchè i fiori si staccano facilmente dai ricettaccoli.
Conservare in barattoli di vetro al riparo dalla luce. Perde la sua efficacia se non viene usata entro un anno.

Costituenti
olio essenziale (contenente camazulene blu, che alla luce vira al bruno, bisabololo e farnesene), sesquiterpeni, eterosidi flavonici (apigenina, quercetolo), cumarine (ombelliferone, erniarina), alcool, acidi fenolici, amine, mucillagini, glucosidi amari.

Proprietà  
carminativo, stomachico, eupeptico, antiflogistico, antalgico, antinfiammatorio, antisettico, antiallergico, analgesico, antinevralgico, antispasmodico gastro-intestinale, emmenagogo, sedativo del S.N.C. di relazione, tonico, vulnerario, cicatrizzante.

Indicazioni
- insonnia,
- spasmi dolorosi del'apparato gastro-enterico, gastrite, duodenite, ulcera gastrica e duodenale,
- nevralgia, nevralgia facciale, cefalea,
- pelle, piaghe, scottature, capelli, bocca,
- mestruazioni dolorose, dismenorrea e amenorrea di carattere nervoso, turbe della menopausa.

Modalita d'uso

Infuso
5-10g in 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 15 minuti.
Tre tazze al dì.
- nelle mestruazioni dolorose, amenorrea e dismenorrea bere nei tre giorni prima del ciclo,
- nelle digestioni difficili, fermentazioni intestinali, coliche,
- nelle convulsioni e nell'isterismo
- come calmante

Decotto
10 g in 100 ml di acqua bollente, far bollire 2'. Lasciare in infusione mezz'ora, filtrare.
Nelle febbri intermittenti.
Uso esterno
- sciacqui e frizioni per schiarire e dare riflessi dorati ai capelli, tenere per 10-15' (l'effetto è migliore se ci si espone al sole)
- fomenti (respirare il vapore dei fiori di camomilla) nelle riniti, bronchiti, sinusiti,
- compresse imbevute di infuso, nelle pelli screpolate, arrossate e sciupate, tenere per 15',
- impacchi sugli occhi stanchi, irritati, arrossati,
- bagni rilassanti, sedativi e decongestionanti
- irrigazioni su mucose arrossate, congestionate, infiammate (pruriti vulvari)
- colluttorio, per gengivite, mal di denti,
- gargarismi, nel mal di gola
- cataplasmi nelle emorroidi.

Tintura 20%
20g in 100 ml di alcool a 70°. Macerare per 5 giorni.
Bere 1-2 cucchiani pro-dose 3 volte al dì.
Uso esterno: per applicazioni locali diluire in acqua 10 ml in 50 ml di acqua.

Tintura vinosa 10%
10 g in 100 ml di vino bianco. Macerare 5 giorni. Filtrare. Bere un bicchierino pro dose, 3 volte al dì.
Nelle nevralgie e nelle amenorree, dismenorree.
Per favorire la digestione bere un bicchierino dopo i pasti..

Tintura oleosa 20%
20 g in 100 m di olio d'oliva. Macerare per 8-10 giorni. Conservare in frigorifero.
Come antinfiammatorio nei dolori mestruali o gastroenterici.
Per frizioni locali nei dolori reumatici aggiungere 10 g di canfora a 90 g di olio di camomilla.

Olio di camomilla
20 g in 100 ml di olio di mandorle. Lasciare a bagnomaria per 2 ore, filtrare attraverso una tela. Come antinfiammatorio cutaneo nelle pelli arrossate.

Tintura madre
20 g in 100 ml di alcool a 70°. Macerare per 3 settimane i capolini freschi.
bambino: 5 gocce in un po' di acqua o latte.
adulto: 20-40 gocce 2-3 volte al dì dopo i pasti.
Proprietà
- regolatore della flora batterica intestinale
- immunostimolante, sudorifero
- antinfiammatorio e spasmolitico gastrointestinale
- antinfiammatorio dell'apparato respiratorio
- sedativa, antispasmodica, ipnotico leggero
- emmenagoga, eupeptica
Indicazioni
- insonnia
- nevralgie facciali
- dentizione dolorosa nel bambino
- amenorrea, dismenorrea, turbe della menopausa,
- irritabilità, convulsioni, tic nervosi,
- nel bambino collerico, capriccioso, intollerante al dolore,
- coliche intestinali, gastroduodenite, ulcera gastroduodenale

Essenza (ol. Chamomillae)
2-4 gocce, 2-3 volte al dì.
Proprietà: antiflogistico batteriostatico e fungicida, vermifugo (ascaridi, ossiuri), antiallergico, protettivo nei confronti delle ulcere gastroduodenali e nelle gastriti, .

Polvere
1-3 g in miele 3 volte al dì.

Altri usi:
- Olio essenziale in profumeria, cosmetica, liquoreria.
- capolini entro l'anno di raccolta come antitarme.

Controindicazioni:
- gli stati diarroici
- non usare in associazione alla china.

E' sconsigliato l'uso prolungato:
- nelle infiammazioni oculari perchè può irritare l'occhio,
- perchè può provocare insonnia e nausea, alcuni soggetti nervosi, possono risentire di una eccitazione generale e soffrire d'insonnia anche se l'assumono in dosi e per tempi limitati.

Bibliografia
Brigo Bruno, Fitoterapia e Gemmoterapia nella pratica clinica
Da Cartosio Giorgio, La salute nelle piante e nelle erbe, Edizioni Paoline
Fra Domenico Palombi, La medicina dei semplici
Guida pratica ai fiori spontanei in Italia, Selezione dal reader's Digest.
Hoffmann David, Erbario olistico, L'energia delle piante per una salute integrale, Xenia
Leclerc Henri, Lineamenti di fitoterapia
Lodi Giuseppe, Piante officinali italiane
Lonardoni, Lazzarini, Elementi di Erboristeria, Guide pratiche Edagricole.
Mearelli, guida all'impiego terapeutico delle Tianture madri, gemmoderivati e oligoelementi.
Mességué, il mio erbario, Mondadori
Nelle erbe la salute (in herbis salus)
Padre Emilio Ratti, fiori ed erbe benedite il Signore,
Palma Luigi, Fitoterapia essenziale, Palma Editore
Pedretti Marzio, L'Erborista Moderno, Erboristeria domani libri
Fra Domenico Palombi, La medicina dei semplici
Rossi Massimo, Tinture Madri in fitoterapia, Studio Edizioni
Schaunenberg-Paris, Le piante medicinali, Newton Compton Editori
Thomson William, Salute dalla terra, guida alle piante medicinali
Scoprire, riconoscere, usarle le erbe, Fabbri Editore
Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione del Reader Digest
Tierra Michael, la salute con le erbe, Oscar Mondadori
Treben Maria, La salute dalla Farmacia del Signore
Valnet Jean, Cura delle malattie con le essenze delle piante, Aldo Martello-Giunti

22/05/11

VINE - Fiore di Bach n. 32

Nome inglese: VINE
Nome latino: Vitis vinifera
Nome italiano: Vite


Rimedio n. 32

"Per coloro che sono molto capaci, sicuri di se stessi, certi di riuscire. Con tale sicurezza pensano che sarebbe nell'interesse deli altri fare le cose come essi stessi li fanno o come essi sono certi che dovrebbero essere fatte. Anche malati essi dirigono il loro personale. Possono essere prezionsi anche nei casi urgenti."
Hedward Bach

Questo fiore è indicato per le persone che vogliono imporre agli altri la propria volontà per amore di dominio e desiderio di successo, tali persone hanno volontà di ferro e innate doti di leader, nei momenti difficili o di pericolo sanno prendere in mano le redini della situazione e risolvere i problemi. Questo  li porta a pensare di essere infallibili, perciò possono diventare prepotenti, arroganti e dittatori. Per fare carriera sono disposti a scavalcare senza scrupolo i "concorrenti" perciò spesso si trovano isolati senza veri amici attorno sa solo "sudditi", soffrono d'insonnia e ipertensione, per la loro incapacità di rilassarsi, anche se costrette a letto da malattia continuano a dare ordini agli altri.

L'uso di questo fiore rafforza le qualità da leader e le capacità di imporsi senza diventare tiranni ma diventando d'esempio per gli altri. Insegna ad ascoltare le opinioni degli altri ed a rispettarne l'individualità, a delegare il lavore e a collaborare con gli altri.

Utile ai dirigenti, agli insegnanti ed a tutti le persone che si trovano in posizione di comando quando tendono a diventare inflessibili e tiranni.

Utile anche ai bambini che picchiano i loro coetanei.

WILD OAT - Fiore di Bach n. 36

Nome inglese: WILD OAT
Nome latino: Bromus ramosus
Nome italiano: Avena selvatica


Rimedio n. 36

"Per quelli che ambiscono di fare qualcosa di importante nella vita, che desiderano fare molte esperienze, vivere pienamente e gioire di tutto ciò che è loro possibile.
La  difficoltà per loro è di decidere la loro carriera, perchè sebbene le loro ambizioni siano forti, non hanno una particolare vocazione, ciò può determinare ritardi e insoddisfazioni."
Hedward Bach

Questo fiore è indicato per le persone piene di talento che riescono a fare molte cose o mestieri senza però esserne mai soddisfatti, ambiziosi e perennemente alla ricerca del lavoro "perfetto e speciale" e del "chi sono" e del "cosa voglio fare nella mia vita", sempre indecise sulla strada da intraprendere, sperimentano tutte le possibilità.
In questa incessante ricerca disperdono la loro energia senza mai raggiungere l'obbiettivo. Ciò è per loro fonte di insoddisfazione.

L'uso di questo fiore aiuta a cercare la risposta dentro di sé, diventando consapevoli delle proprie potenzialità e dei propri talenti l'obbiettivo diventa più chiaro ed è più facile prendere decisioni precise sulla strada da intraprendere, che non deve per forza essere speciale ma semplicemente quella giusta!.

Molto utile agli adolescenti che devono orientarsi nella scelta degli studi e della professione ma subiscono il condizionamento dei genitori, della scuola e degli amici e fanno perciò fatica a prendere una decisione.

18/05/11

PSEUDOFRUTTI DELLE CONIFERE

PSEUDOFRUTTI DELLE CONIFERE

Lo Strobilo è il fiore delle conifere, non avendoo un vero e proprio ovario non può considerarsi un frutto.

E' costituito da brattee disposte attorno ad un asse legnoso che portano al loro interno squame seminifere che a loro volta possono avere da uno a 9 ovuli.

Si distinguono i seguenti tipi di strobilo:

- Cono, è lo strobilo dei pini,
Galbulo, carnoso, indeiscente di forma sferoidale come nel ginepro.

FRUTTO

FRUTTO

Dopo la fecondazione gli ovuli contenuti nell'ovario si trasformano dando origine ai semi, anche l'ovario si ingrossa e trasforma anch'esso e con i semi costituisce il frutto.

Nel frutto si distinguono:

- Seme, embrione che darà origine alla pianta, ricoperto dall'episperma con o senza tessuto nutritizio.
- Pericarpo, rappresentato dal rivestimento dell'ovario (formato dalla o dalle foglie carpellari), più o meno modificato. A sua volta il pericarpo è formato da:
1- Epicarpo, strato esterno,
2- Mesocarpo, strato intermedio (non presente in tutti i frutti),
2- Endocarpo, strato interno.

I frutti si dividono in:

- Frutti propriamente detti, derivanti da un solo fiore (es.: mela)
- Falsi frutti o frutti composti da tanti frutti, (es.: fragola),


- Infruttescenze, che hanno l'aspetto di un frutto solo ma che derivano da una infiorescenza (es.: ananas).



Entrambe questi tipi di frutto si dividono in:

- Frutti deiscenti, il cui pericarpo si apre a maturazione lasciando cadere i semi:

1- follicolo (es.: peonia),
2- legume (es.: pisello),
3- capsula (es.: giusquiamo),





- Frutti indeiscenti, il cui pericarpo non si apre a maturazione:

1- achenio (es.: girasole),
2- cariosside (es.: grano),
3- samara (es.: frassino),
4- noce (es.: rovere).





I frutti propriamente detti si dividono a loro volta in:
- Frutti secchi,
vedi frutti deiscenti e indeiscenti sopra

- Frutti carnosi:
1- drupa (es.: susina, monocarpo),
2- bacca (es.: acino d'uva, policarpo),
3- infruttescenza (es: fico, formato da una infiorescenza),
4- frutto composto (es.: mora, formato da piccole drupe).

08/05/11

AGRIFOGLIO

ILEX AQUIFOLIUM L.
Nome italiano: Agrifoglio, Pungitopo maggiore, Leccio spinoso
Nome inglese: Common Holly
Nome francese: Houx
Nome tedesco: Gemeine stechpalme
Nome spagnolo: Acebo

Famiglia: Aquifogliaceae
Ordine: Celastrales


Habitat
Vive nelle regioni montane e submontane, in Europa ed Asia Occidentale, in Italia è più diffuso al centro e al nord, fino a 1400m raramente arriva ai 2000 m perchè i grandi freddi lo danneggiano. Usato come pianta ornamentale nei giardini e nei parchi perchè legato alla sua tradizione natalizia.
Predilige terreni ricchi di humus, umidi (sottoboschi). Convive con faggi e querce. Tollera male la luce


Identificazione
Arbusto o piccolo albero con chioma piramidale o cilindrica, alto da 1 a 3 m, in condizioni ambientali favorevoli può arrivare a 10-20 m. Cresce lentamente, può vivere fino a 300 anni.


Fusto:
eretto, molto ramificato, con corteccia grigiastra o verde-bruno scura, liscia, glabra, più verde e lievemente pubescente sui rami più giovani, legno duro.


Foglie:
sempreverdi, verde scuro sopra, verde pallido sotto, lucenti, cerose, coriacee, glabre, margine ondulato, sinuoso, dentato, spinoso, (6-8 spine per lato molto pungenti) alterne, brevemente picciolate, picciolo coperro da peli fitti e brevissimi, senza stipole, persistenti per un anno intero, quelle superiori e di esemplari adulti, piane, ovali, intere, con la sola spina terminale. Le foglie non si rinnovano tutte contemporaneamente.

Fiori:
piccoli, bianchi o rosa riuniti in corimbi all'ascella delle foglie, subsessili, di 4 (raramente 5 fiori), unisessuali, i maschili con antere, i femminili con ovario. Fiorisce da maggio a giugno. La stessa pianta può cambiare sesso da un anno all'altro.

Frutti:
bacche di colore rosso vivo, sferiche (drupe), di consistenza carnosa e forma globulosa, mature da settembre a marzo, contenenti 4-5 noccioli triangolari, contenenti a loro volta un seme ciascuno. Odore nullo, sapore amaro, la loro ingestione determina disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea) talvota mortali per gli esseri umani rappresentano il nutrimento invernale per tordi e merli che sono insensibili alla loro tossicità.

Storia e Miti
Nelle credenze popolari era considerato un arbusto benefico temuto dalle streghe e dagli spiriti maligni, veniva appeso nelle case e nelle stalle per tenere lontano sortilegi e malattie. Assieme al vischio si regala per augurare un felice anno nuovo.
I popoli germanici decoravano le case con rami provvisti di bacche, durante l'inverno per onorare gli spiriti della foresta.
Paracelso prescriveva il decotto di foglie per la cura dell'artrite. Alla fine del XVII fu ritenuto uno tra i migliori febbrifughi.

Parti usate
foglie, corteccia,
frutto (in farmacia).

Raccolta e Conservazione
Foglie: di un anno, non quelle nuove, in primavera prima della fioritura. Essicare all'ombra.
Conservare in sacchetti di carta o di tela.
Corteccia: tutto l'anno, praticando due incisioni anulari congiunte da una longitudinale e facendo leva con un coltello.
Essicare al sole.
Conservare in sacchetti di carta o di tela.

Costituenti
Foglie: tannini, glucosio, ilicina, acido caffetannico (simile alla caffeina), gomma, clorofilla, pectina.
Corteccia: tannini, una sostanza amara, ilicina (glucoside)
Proprietà
Foglie: antispasmodiche, emollienti, febbrifughe, tossifughe, antireumatiche, antiartritiche, toniche, stomachiche.
Corteccia: febbrifughe, epatoprotettrici, anti-epilettiche.
Radice: diuretica.
Frutto: purgante energico usato in farmacia a dosi controllate per la sua alta tossicità.


Indicazioni
bronchite,
diarrea, disturbi epatici e di stomaco,
artrite, reumatismo,
febbre,
epilessia.

Modalità d'uso
Infuso di polvere di foglie
2g in 100 ml di acqua bollente. Lasciare in infusione 10', filtrare. Bere 2-3 tazzine al dì come tonico, anti-stress.
Decotto di foglie
3g in 100 ml di acqua bollente. Far bollire 5 minuti. Lasciar in infusione 10 minuti, filtrare. Bere due-tre tazze al dì in caso di febbre e reumatismi.

Decotto di corteccia3g in 100 ml di acqua bollente. Far bollire 5 minuti. Lasciar in infusione 10 minuti, filtrare. Bere due-tre tazze al dì in caso di febbre.

Tintura di foglie
20 g in 100 ml di alcool a 70°. Macerare per 10 giorni. Bere 20-30 gocce 2 volte al dì, lontano dai pasti in poca acqua. Per febbre e reumatismi.

Tintura vinosa di corteccia
5 g in 100 ml di vino rosso. Macerare per 10 giorni. Bere due bicchierini al giorno.

Tintura vinosa di foglie
Tritare e macerare le foglie in alcool etilico, allungare con vino bianco. Per febbri intermittenti.

Gemmoderivato
Ottenuto per macerazione dei giovani getti in soluzione idrogliceroalcolica all 1DH.
25-30 gtt 2-3 volte al dì.
Proprietà: regolatore del sistema nervoso, stimolante delle surrenali e della funzionalità renale.
Indicazioni:
insufficienza renale,
insufficienza surrenalica, stress, astenia nervosa,
irritazione dell'uretra con scolo di natura prostatica,
coliche gastroenteriche, diarrea mucosa,
iperplasia fibrocistica della mammella,
epilessia,
postumi di febbri intermittenti e malaria,
congiuntivite,
acufeni, tinnitus, ipoacusia e sordità da timanosclerosi,
reumatismi e gotta.

Bibliografia
Leclerc Henri, Lineamenti di fitoterapia
Lodi Giuseppe, Piante officinali italiane
Mearelli, guida all'impiego terapeutico delle Tianture madri, gemmoderivati e oligoelementi.
Nelle erbe la salute (in herbis salus)
Palma Luigi, Fitoterapia essenziale, Palma Editore
Pedretti Marzio, Come curarsi con le Erbe Medicinali
Piterà Fernando, Compendio di gemmoterapia clinica, De Ferrari EditoreSalute dalla terra, guida alle piante medicinali
Scoprire, riconoscere, usarle le erbe, Fabbri Editore
Segreti e virtù delle piante medicinali, Selezione del Reader Digest
Valnet Jean, Fitoterapia, cura delle malattie con le piante